«Piangiamo per un’altra sorella che con semplicità, dedizione e nel silenzio ha offerto la vita per amore del Vangelo»

Era nata a Santa Lucia di Piave il 23 novembre nel 1939 suor Maria De Coppi, la religiosa di origini trevigiane uccisa in Mozambico in un attentato a missione nella città di Chipene nel nord del paese africano.

Era da 59 anni in Mozambico, che aveva raggiunto per la prima volta nel 1963.

In una recente intervista aveva raccontato sui primi anni in Africa: «Ho raggiunto la mia destinazione dopo 31 giorni di nave. E dopo aver imparato il portoghese, com’era d’obbligo». Aveva la cittadinanza mozambicana: «Ho vissuto in questo Paese momenti belli e difficili: prima quelli della colonizzazione, poi della guerra, quindi della pace e, purtroppo del terrorismo». Suor Maria era scampata a un attentato in cui erano morte 17 persone. «Stavamo viaggiando in un convoglio. I guerriglieri ci hanno sparato. Io sono uscita dall’auto e mi sono gettata a terra, sotto le pallottole. Ho pregato: “Signore salvami”. È arrivato un soldato, non sapevo se dell’esercito regolare o della guerriglia. Mi ha chiesto se ero ferita. Non lo so, gli risposi. Mi ha trascinato dietro una pianta e mi ha rassicurata, che era un regolare. Mi ha caricata sulle spalle e mi ha poi protetto, sistemandomi in un ruscello che non aveva acqua. Poi, quando è finita la sparatoria, mi ha ricaricata sulle spalle e mi ha portato fino all’auto».

Si esprime così il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e Arcivescovo di Bologna, il Card. Matteo Maria Zuppi, dopo aver appreso la notizia dell’attacco, nella notte, alla missione cattolica mozambicana:

«Esprimo profondo cordoglio alle Suore Missionarie Comboniane e alla Diocesi di Vittorio Veneto per la morte di suor Maria De Coppi, rimasta uccisa in un attacco terroristico a Chipene, in Mozambico. Dopo suor Luisa Dell’Orto, Piccola sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, morta il 25 giugno ad Haiti, piangiamo per un’altra sorella che con semplicità, dedizione e nel silenzio ha offerto la vita per amore del Vangelo».

Nello stesso luogo operano anche due sacerdoti fidei donum della Diocesi di Concordia-Pordenone, don Lorenzo Barro e don Loris Vignandel: entrambi sono salvi.

Incendiata invece la struttura del collegio maschile e derubate e distrutte gran parte delle realizzazioni della missione.

«Preghiamo per suor Maria – afferma il Cardinale – che per sessanta anni ha servito il Mozambico, diventato la sua casa. Il suo sacrificio sia seme di pace e di riconciliazione in una terra che, dopo anni di stabilità, è nuovamente flagellata dalla violenza, causata da gruppi islamisti che da alcuni anni seminano terrore e morte in vaste zone del nord del Paese. Il mio pensiero, a nome delle Chiese in Italia, va ai familiari e alle consorelle Comboniane, a don Lorenzo e don Loris e a tutti i missionari che restano in tanti Paesi per testimoniare amore e speranza. Ricordiamoli nella nostra preghiera e circondiamoli di tanta solidarietà perché essi camminano con noi e ci aiutano a raggiungere le periferie da cui potremo capire chi siamo e scegliere come essere discepoli di Gesù».

Suor Maria portava aiuto, sostegno, amore, dedizione alle popolazioni del Mozambico. È terribile, inaccettabile e dolorosissimo sapere che proprio lì, proprio mentre compiva la sua missione di pace e carità, è stata brutalmente assassinata. La meravigliosa vita di bontà e altruismo di Suor Maria è finita con un terribile orrore, il che rende la sua figura ancora più grande, indimenticabile.

Che il suo sacrificio possa essere seme di speranza e riconciliazione.

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