Fortunato Morrone, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova ha aperto così il webinar “La cura del creato come antidoto alle ecomafie”: «Abbiamo perpetrato uno sfruttamento inverecondo, che tocca non solo la creazione, ma tocca soprattutto le persone che la abitano».
Il webinar, organizzato da Greenaccord Onlus in collaborazione con il settimanale diocesano L’Avvenire di Calabria, si è tenuto il 1° settembre, in occasione della XII Giornata nazionale per la custodia del creato. Il vescovo, quindi, ha richiamato alla responsabilità di tutti di essere custodi del creato. Un appello particolare alla sessantina di giornalisti accreditati, affinché il loro lavoro sia «creativo, costruttivo, etico e, soprattutto, critico, al fine di un’informazione che formi le coscienze».
Per Alfonso Cauteruccio, presidente Greenaccord onlus: «La parola antidoto richiama il veleno. E infatti noi ci lasciamo avvelenare da queste realtà delle mafie. La cura è il vero antidoto. Cura significa abitare i luoghi, perché l’indifferenza, la non curanza sono il brodo vitale delle mafie di ogni tipo. Dobbiamo ritornare alla bellezza, che ci migliora, ci rende meno aggressivi, più capaci di relazione, e la natura non fa che rivelarci la bellezza in ogni sua forma. Nell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco la parola bellezza è richiamata 29 volte, a significare quanto essa sia una necessità».
Il saluto delle quasi 200 testate della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc) è stato portato dal presidente Mauro Ungaro, che ha ricordato come l’attenzione alla problematica ecologica e alla denuncia contro i reati stia aumentando presso i settimanali, a partire proprio dall’Avvenire di Calabria che ha portato alla ribalta diversi temi “scottanti”.
Un pensiero anche da Tarso, in Turchia, da parte di Giuliano Savina, direttore Ufficio Ecumenismo e Dialogo interreligioso della Cei, che lì partecipa alla riunione del Consiglio Ecumenico delle Chiese:
«Il tema del creato è molto caro alle Chiese cristiane, in particolare a quelle ortodosse. Ai giornalisti dico che nell’aggiornamento della loro formazione, sia caro il tema ecumenico e si presti attenzione alla custodia del creato quale tema profetico dove le Chiese manifestano la gioia di collaborare. Questo riguarda anche il tema dell’ecomafia, perché non c’è solo lo sfruttamento della terra, ma anche lo sfruttamento delle persone, e di solito questo sfruttamento incide sulle persone che vengono da mondi diversi, e professano fedi diverse. Sta nell’accoglienza il cammino della pace, della giustizia e della custodia del creato».
Marco Birolini, giornalista di Avvenire, ha descritto la difficoltà per i giornalisti di seguire un’inchiesta ambientale. «Chi sono i trafficanti di veleni? Personaggi al limite, sospesi tra legale e illegale, tra verità e menzogna. Abituati a mettere lo sporco sotto il tappeto per conto di chi non vuole sporcarsi le mani. Raccontarli si può, si deve, non con il comunicato di 20 righe che inviano le forze dell’ordine, ma da quel comunicato si deve iniziare a scavare. Sentendo le fonti, anche anonime, e studiando i documenti. Per tentare di arrivare a verità non dette, taciute perché scomode. Il segreto? Non c’è. Per indagare servono i ferri del mestiere: fare domande, prendere appunti, cercare riscontri. E sapere che, se farai così, non farai carriera e non avrai tanti amici. Anzi, il rischio è di passare per matto, per visionario, ed essere continuamente sottoposto a pressioni».
Molti altri gli interventi interessanti che hanno animato il webinar, da disparati punti di vista, con un unico obbiettivo: custodire l’infinita bellezza che ci è stata donata!
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