«Tra il vietare l’utilizzo del cellulare in classe, per altro già previsto da un regolamento ministeriale del 2007 e responsabilizzare i ragazzi all’utilizzo degli smartphone, la rettrice Elena Ugolini degli istituti paritari “Malpighi” di Bologna, ha  scelto una terza via: educare i ragazzi a non divenire schiavi dei cellulari.

Così  i cellulari degli alunni e degli stessi insegnanti  sono stati messi in modalità silenzioso e  riposti in un cassetto. Cosa si guadagna ? Sicuramente si insegna e si apprende con maggiore serenità e profitto, ma soprattutto durante l’intervallo si  torna a parlare con i professori, i compagni , si torna a guardarsi e a sorridere contrariamente a quanto si faceva prima: tutti stavano con  lo sguardo fisso sullo schermo dello smartphone.

In caso di emergenza c’è il telefono della scuola! Una iniziativa meritevole che dovrebbe  essere un esempio da seguire per tutti i dirigenti scolastici che potrebbero far propria l ‘iniziativa. Non possiamo ignorare l’evidenza: una classe con i telefonini negli zaini o sulla cattedra è una classe destinata alla distrazione e i docenti sono chiamati a fare gli educatori e non i guardiani. Il bilancio dell’iniziativa è decisamente positivo in quanto è migliorata la relazione tra gli alunni e  con gli stessi professori, c’è meno distrazione, , l’attenzione è  facilitata così come il rapporto interpersonale . I ragazzi hanno capito che mettere i cellulari in un cassetto non significa rinunciare ad usare la tecnologia e Internet per la didattica, ma  hanno capito che la tecnologia è  uno strumento per potenziare la capacità di apprendimento e come tale non deve essere motivo di distrazione.

Se, come confermano tante ricerche, davvero il telefonino distrae e toglie energia al rapporto e alla relazione, togliamolo di mezzo, perché a scuola anche senza cellulare non ci si annoia,  e se questo accade i docenti si dovrebbero chiedere perché tanti studenti a scuola si annoiano ?. Questa è la sfida che dobbiamo lanciare e vincere : coinvolgiamo i ragazzi e rendiamoli protagonisti del futuro. Dati alla mano, sono tanti  gli esperti psicologi, tra cui Daniela Lucangeli ad asserire  che il cellulare con  la sua sola presenza, anche se spento , crea dipendenza e riduce le capacità cognitive.

Vogliono una serena e buona maturazione dei ragazzi? Gli adulti diano l’esempio; come  scrive Paolo Ferrario in particolare quello dei genitori perché  “educa e trascina.”

Condividi: