Titolo della settimana: Ufficiale e gentiluomo, 1982.
In piena epoca blockbuster, tra guerre stellari, alien ed extraterrestri che impazzano negli schermi, Taylor Hackford va in direzione opposta e conquista botteghino e milioni di cuori con Ufficiale e gentiluomo
Si vede un Richard Gere, complice il rifiuto di John Travolta, vestire i panni di Zack Mayo, ragazzo orfano di madre suicida, costretto dagli eventi a vivere col padre, un marinaio alcolizzato e ubriacone a Saigon. Zack decide di dare un senso alla propria esistenza arruolandosi in marina. Obiettivo diventare ufficiale e pilota di jet. Ma per arrivare a questo bisogna superare indenni 13 settimana di studio e duro lavoro fisico e psicologico, sotto la guida del Sergente istruttore Foley, che cercherà di forgiare le reclute anche dal punto di vista umano e caratteriale. Mayo farà fatica a scrollarsi di dosso abitudini e scorie di un tormentato passato, stringerà un forte legame con Sid e insieme i due conosceranno due ragazze del posto Paula e Lynette.
Ufficiale e gentiluomo a quarant’anni dalla sua uscita tiene bene, nonostante sia un film romantico non è affatto mieloso, anzi proprio grazie al perfetto connubio tra vita militare, contesto sociale e dramma con scene forti in tutti i campi. Pellicola che a due anni di distanza da American gigolò lancia Gere tra le stelle, nonostante Louis Gossett jr, che vinse un meritato Oscar, in questo film gli rubi letteralmente la scena, anticipando anche il Sergente Hartman di Kubrick. Ottimo anche il resto del cast, Brian Keith-Sid, la compianta Lisa Blount- Lynette e Debra Winger-Paula , la ragazza che farà capitolare il duro Zack e poi tutti i compagni di corso che ricordiamo con i nomi dei personaggi: Sigeer, Perrymann e Santos De La Sierra, poche scene ma pesanti per il grande Robert Loggia, il padre di Zack. Oscar anche alla voce roca di Joe Cocker per la miglior canzone Up where web belong, un must del decennio ottanta.
Nonostante l’accusa di machismo e propaganda bellica è fuor di dubbio che la pellicola rientra tra quelle da segnare con circoletto rosso e l’anno successivo ci penserà Adrian Lyne a placare le polemiche con Flashdance inno tutto al femminile. Buona visione