E’ stato presentato a Siracusa, presso il ritrovo “Sonica” dell’Arci, il libro di Leonardo Lodato “Cielo, la mia Musica!”, edito da Domenico Sanfilippo.
Il volume raccoglie dodici conversazioni, fatte sotto forma di interviste dal taglio inconsueto ed originale, ad altrettanti interpreti della musica siciliana. Partendo dal loro rapporto col cielo, nella forma più ampia possibile, i personaggi intervistati parlano liberamente di se stessi e del loro rapporto con la Sicilia. E’ stato il blogger “Gingolph”, al secolo Giuseppe Costa, ad introdurre l’autore ed a scandire il ritmo della presentazione, con l’intervento di Pippo Cardello e Salvo Amore, della “Compagnia di Encelado Superbo”. Nella conversazione si è spaziato dai Kraftwerk ai Coldpaly, senza tralasciare un timido accenno ai “siciliani” Colapesce e Levante, ma l’essenza è stata ovviamente “il perché e il per come” sia stato scritto questo volume, dove l’autore racconta una delle sue passioni, la musica, e in particolare la vena di sicilianità presente nella musica italiana, senza ricorrere a mostri sacri quali Battiato o Roy Paci, ma rivolgendosi a dodici artisti o gruppi contemporanei, spesso ignorati dal grosso pubblico e magari più conosciuti fuori dalla Sicilia o all’estero. Un escursus che ha spaziato dalla musica classica alla musica etnica, senza tralasciare alcuni riferimenti ad una musica più raffinata e colta, citando musicisti quali Rosalba Bentivoglio e Giuseppina Torre, e raccontando dell’operazione fatta dal gruppo lentinese “Compagnia di Encelado Superbo”, i cui fondatori Pippo Cardello e Salvo Amore hanno accennato, tra l’altro, all’ancora inedita trasposizione in lingua siciliana del famoso disco “The dark side of the moon” dei Pink Floyd, a cinquant’anni dalla sua pubblicazione.
Nel libro il percorso tra i vari intervistati si dipana tra le storie e le aspirazioni, mantenendo un legame invisibile dato dalla “sicilianità” dei personaggi, mantenuta sia se siano dovuti andare all’estero per emergere (memori forse del vecchio adagio: “cu nesci, arrinesci”), sia se abbiano scelto di resistere strenuamente ed operare nell’isola. Il filo conduttore del volume fa sì che la lettura sia scorrevole e l’esperienza dell’autore, mediata da decenni di attività giornalistica, lascia trasparire l’imprinting che lega i vari personaggi, rendendo il complessivo racconto un “unicum” e non una narrazione separata di tante tessere di un mosaico, ma piuttosto – grazie alla sapiente mano di Lodato – un grande affresco della nostra musica che, pur mantenendo le sue radici, si rivela fresca, composita e contemporanea. E questo traspariva con evidenza nella conversazione brillantemente condotta da Gingolph, che mai ha stancato il pubblico, allietato anche da un paio di brani della Compagnia di Encelado Superbo, accolti con apprezzamento da tutti i presenti, che alla chiusura dell’evento hanno tributato sinceri e fragorosi applausi.