Tornano le “prove Invalsi” per misurare lo stato di salute della nostra Scuola
Hanno preso il via le prove Invalsi 2023 e come di consueto, si svolgeranno da marzo a maggio a secondo il calendario definito in autonomia da ciascuna scuola.
Come previsto dal Dlgs 62/2017 per l’ammissione all’esame di Stato, è ritenuto necessario partecipare alle prove, anche se i risultati non sono rilevanti ai fini del voto finale.
Con le prove Invalsi rispuntano le proteste per evidenziare la forte contrarietà della scuola nei confronti di un sistema di valutazione che valuta solo nozioni e che favorisce le disuguaglianze tra Nord e Sud del Paese, tra scuole all’avanguardia e scuole più arretrate destinate ad essere il fanalino di coda nella graduatoria nazionale. Prove che tendono a promuovere la competitività e non la cooperazione, che favoriscono chi vive in situazioni di privilegio rispetto ai disagiati, che sottopongono gli alunni non sempre abituati ai test, tra l’altro non sempre semplici ad esercitazioni stressanti con simulazioni per ore intere soprattutto dopo il primo quadrimestre con lo scopo di allenare gli studenti alla prova, invece di favorire la concentrazione su ciò che imparano e fornire loro solide competenze per andare avanti serenamente.
Giuste o sbagliate che siano sappiamo che le Prove Invalsi verificano quello che la normativa prevede, che gli studenti sappiano fare a completamento di un percorso di studi come previsto dalle Indicazioni Nazionali e Linee guida del Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, che descrivono i traguardi che gli studenti devono raggiungere a completamento di un percorso di studi e rappresentano quindi il punto di riferimento del lavoro di ogni insegnante. I dati di ritorno non possono certamente spiegare tutto né tantomeno offrire soluzioni, ma analizzarli e comprenderli contribuisce a individuare le migliori strategie da adottare in un determinato contesto ed in rapporto alle variabili che concorrono a determinarli. L’esperienza degli anni precedenti ha dimostrato che i dati acquisiti attraverso prove standardizzate forniscono informazioni utili e necessarie a più scopi:
- aiutare la scuola a trovare percorsi di miglioramento all’interno della propria realtà;
- capire come intervenire
- supportare la scuola a progredire e a rinnovarsi;
- individuare situazioni di fragilità
- elaborare idee costruttive per far fronte alle esigenze di una popolazione scolastica sempre più eterogenea.
Al di là delle polemiche possiamo dire, come sostengono tanti docenti che le Prove Nazionali sono una occasione per riflettere sugli apprendimenti ritenuti imprescindibili raggiunti dai nostri studenti, a comprendere meglio la mostra Scuola e a trovare soluzioni per renderla migliore.