A 30 anni dalla sua morte, Antonio Bello, meglio conosciuto da tutti come don Tonino, continua a segnare un solco di profonda spiritualità per tutti coloro che lo hanno conosciuto personalmente o attraverso la sua opera. Una spiritualità fortemente evangelica, distintasi per l’attenzione ai poveri e agli ultimi e per il suo continuo lavoro come operatore di pace.

Il suo ministero sacerdotale ed episcopale ha arricchito la Chiesa di una sensibilità nei confronti dei temi suddetti che, occorre dirlo, non sempre è scontata.

Gli ultimi e la pace sono stati i fari che hanno illuminato il suo percorso di vita, senza farsi imbrigliare dai “ruoli”. Non a caso, il popolo di Dio gli affibbiò l’appellativo di “Vescovo dei poveri”, titolo che oggi gli viene riconosciuto da tutti, gerarchie ecclesiastiche comprese.

Come spesso accade ai santi ed ai profeti, non sempre don Tonino ha avuto la comprensione della sua piena opera evangelica. Prova ne sia che Mons. Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, durante la celebrazione eucaristica di pochi giorni fa a Molfetta per ricordare il trentesimo anniversario della nascita al cielo di don Tonino Bello, abbia avvertito più volte la necessità di chiedere perdono perché è stata fraintesa “la sua voce evangelica, esigente come è il Vangelo che chiede amore vero, non surrogati”, “senza furbizie, calcoli, ecclesiasticismi, strumentalità, ideologie”.

Nel 1982, nominato vescovo di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi e pochi mesi dopo anche di Ruvo, si adoperò immediatamente per caratterizzare il suo ministero episcopale: promosse la costituzione di gruppi Caritas in tutte le parrocchie, fondò una comunità per i tossicodipendenti, accolse sempre tutti coloro che volevano parlare con lui, trasformando gli uffici della curia in una sorta di “centro ascolto”.

Tutta la sua azione pastorale può essere condensata nella sua stessa definizione di “Chiesa del grembiule”, per indicare la necessità di farsi umili e agire concretamente.

Nel 1985 la CEI lo indica per la guida di Pax Christi, movimento cattolico internazionale per la pace. In questo ruolo, si ricordano diversi duri interventi, in particolare contro l’intervento bellico nella Guerra del Golfo, interventi così duri da attirarsi non poche antipatie.

Infine, un aspetto forse meno noto, ma altrettanto significativo nel suo percorso, è la vicinanza al francescanesimo. Don Tonino fin da giovane è vicino alla spiritualità francescana. Fin dalla sua infanzia respira il messaggio del poverello d’Assisi, grazie a sua madre, terziaria francescana, e ai frati cappuccini di Alessano. Egli stesso, quattro anni dopo la sua ordinazione presbiterale, emetterà la professione nell’Ordine Francescano Secolare. Possiamo immaginare quanto questa vicinanza alla spiritualità francescana abbia inciso nella sua azione pastorale, tanto da chiedere prima della sua morte che sulla tomba ci fosse scritto: Don Tonino Bello – Terziario Francescano e Vescovo.

Il 25 novembre 2021 Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto delle virtù eroiche, dichiarandolo così venerabile.

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