Titolo della settimana: Into the wild di Sean Penn, 2007.

La felicità è in tutto ciò che ti circonda e per raggiungerla devo isolarmi in essa“. La storia vera di Christopher Mcandless, un giovane americano di famiglia benestante che nel 1990, appena conseguita la laurea con il massimo dei voti rifiuta un auto, regalo del padre, dona in beneficienza il suo fondo laurea, brucia documenti e carte di credito e cambiando anche il nome in Alexander Supertramp, si immerge nella natura selvaggia dell’Alaska, dopo aver girovagato in lungo e largo per il Nord America. Sean Penn adatta il best seller di Jon Krankauer e ritorna sui temi cari del cinema americano della New Hollywood, la frontiera, le wilderness, il nomadismo e al quarto lungometraggio dietro la cinepresa, ci fa vivere insieme al suo protagonista un percorso formativo fuori dalle logiche e dagli schemi del cinema odierno, un film che suona come una critica al capitalismo occidentale che soffoca l’ individuo, che si trova così costretto a cercare la salvezza nella purezza della natura e in se stesso.

Un film in cui il tema trattato e la sceneggiatura, dello stesso Penn, non sono originali, argomenti già visti e trattati molte volte, ma ciò che rende la pellicola meritevole ed emozionante è la messa in scena e gli incontri di Chris-Alex nel suo vagabondare, inoltre la scelta del regista di montare il film in flashback fa’ sì che il ritmo del film, nonostante la durata, tiene alta la curiosità dello spettatore. Uno di quei film che, anche se non arriva ad essere un capolavoro, una volta visti non si dimenticano.

Pellicola suddivisa in 5 capitoli: nascita, adolescenza, maturità, famiglia e conquista della saggezza, accompagnate dalla voce fuori campo della sorella, unico collante con la famiglia. Guardando il film, una volta capito il motivo della scelta di vita di Alex, ognuno può farsi la sua idea, quel che è certo è il coraggio di questo ragazzo del nostro tempo, di non accettare le regole già scritte di una società falsa e soffocante, ritrovando se stesso nei silenzi dei grandi spazi incontaminati, in compagnia dei libri, da Jack London al Dottor Zivago. Cast all’altezza dal protagonista Emile Hirsch a Williams Hurt, Marcia Gay Harden, Hal Holbrook e tanti altri. Colonna sonora da urlo con la canzoni scritte e cantate dal grande Eddie Vedder dei Pearl Jam. Paesaggi spettacolari. Possiamo dire che Chris-Alex è figlio diretto del Jeremhia Johnson di Redford, protagonista di Corvo Rosso non avrai il mio scalpo, film già recensito,con cui ha evidenti punti di contatto. Vedere per credere. Buona visione.

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