“Parola, eucarestia e carità” sono le tre parole consegnate dall’arcivescovo Lomanto

alla comunità sortinese in festa.

Il tre luglio 1953, la chiesa di Santa Sofia in Sortino divenne Parrocchia, con decreto dell’arcivescovo  Ettore Baranzini, allo scopo di provvedere alle necessità spirituali della zona alta del paese, la cui popolazione era fortemente aumentata.

In detta Parrocchia, il primo parroco fu don Antonino Campagna da Melilli, il quale dopo cinquanta anni di Parrocato, il nove settembre 2002 lasciò l’incarico al sacerdote don Enzo Magnano, nato a Sortino il diciotto ottobre 1939, proveniente dalla realtà ecclesiale della chiesa madre della vicina Priolo Gargallo che ha servito con dedizione per 35 anni, dopo essere stato nelle chiese madri di Canicattini Bagni e Villasmundo.

Don Enzo divenne presbitero sessanta anni fa, nella chiesa Cattedrale di Siracusa, la mattina del ventinove giugno 1963, per le mani dello stesso arcivescovo che eresse la comunità parrocchiale di Santa Sofia settanta anni fa.

Due date importanti quindi che nella parrocchia sortinese sono diventati momenti da ricordare per ringraziare e lodare il Signore. grazie ad un ricco programma di festeggiamenti all’insegna della sobrietà.

La Parrocchia infatti ha preparato l’evento organizzando una settimana vocazionale e di preghiera con le celebrazioni eucaristiche presiedute da vari sacerdoti legati a don Enzo, e dal seminario Arcivescovile, con la testimonianza vocazionale di un seminarista. L’arcivescovo Francesco Lomanto, presente la sera del ventisette giugno, durante l’omelia ha detto che il più bel regalo che la comunità potesse fare al proprio parroco è la preghiera per le vocazioni, tanto care a don Enzo, poiché in tal modo si ha la possibilità di far continuare il servizio e l’impegno che lui ha dato con tutto se stesso, per l’annuncio della Parola e il dono dei Sacramenti.

Parola, eucarestia e carità” sono quindi le tre parole consegnate dall’arcivescovo Lomanto alla comunità sortinese in festa. “Padre Enzo si è speso molto per l’annuncio del Vangelo. Ha sempre avuto in primo piano l’Eucarestia come culmine e fonte della vita cristiana. E la carità pastorale, al popolo di Dio“.

Don Enzo, ricco di doti umane e sacerdotali, zelo per il servizio alla Chiesa, ha reso presente in questi anni, con le parole e le opere, Gesù Cristo. Ha curato l’istruzione dei fedeli nelle verità della fede attraverso la catechesi ai fanciulli, ai giovani e agli adulti. Come Gesù Buon Pastore, è andato incontro a coloro che non professavano più la pratica religiosa. Ha dato un ruolo centrale nella realtà ecclesiale alla Parola e all’Eucaristia: celebrata con decoro e nel rispetto delle norme. Numerose le vocazione al sacerdozio germinate grazie alla sua testimonianza di vita e di parroco.

La parrocchia è stata ed è un fiorire di gruppi, movimenti, comunità e aggregazioni varie, sia religiose che sociali, culturali e sportive. Ma il grande impegno di don Enzo e forse, oserei dire la sua stessa vita è il Cammino neocatecumenale, da lui conosciuto negli anni 70, e propagato nella nostra Arcidiocesi grazie al suo impegno.

È stato anche itinerante in vari luoghi, con alcuni catechisti di questa importante Iniziazione cristiana post-battesimale per adulti lontani dalla Chiesa. Sospinto ed entusiasmato dalle parole di San Paolo VI, che il santo Papa pronunciò durante una udienza con i parroci alla quale don Enzo era presente, è l’obiettivo della sua vita e per il gregge a lui affidato: “ Scoprire le ricchezze battesimali prima o dopo il Battesimo, non è importante, purché avvenga”.

Al termine della cerimonia, dopo la lettura della benedizione ricevuta dal papa Francesco, don Enzo ha chiesto come regalo “la preghiera per l’Arcivescovo Francesco e per i seminaristi“.

 

– Foto in evidenza di Carmela Rossitto

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