Quell’estate rappresenta la purezza della nazione

Titolo della settimana: American graffiti,1973 di George Lucas.

Se pensate che senza questo film non avremmo avuto Happy days, Guerre stellari, Indiana Jones, Grease, Stand by me, Joe Dante e forse lo Spielberg degli anni 70 – mi fermo qui perché la lista sarebbe lunga – capite subito l’importanza dell’opera e il suo impatto sulla cultura pop.

Negli anni 60 Lucas studia cinema alla University of Southern California, ed è qui che conosce gli amici di sempre, Spielberg, Milius e co. Dopo diversi corti, nel 1971 gira L’uomo che visse nel futuro, che lo pone all’attenzione generale facendolo finire sotto l’ala protettiva del padrino F F Coppola, che ci sta poco a capire che il ragazzo ha talento. Per American graffiti Lucas si ispira ai Vitelloni di Fellini. Girato nel 1973 American graffiti è ambientato nel 1962, storia di quattro amici Curt, Steve, John e Terry e la loro ultima notte a Modesto, il paesello di Lucas, che nessuno di loro mai più dimenticherà. A questi quattro personaggi interpretati rispettivamente da Richard Dreyfus, Ron Howard, Paul Le Mat e Charles Martin Smith si uniranno nel corso della pellicola Harrison Ford, Bob Hopkins, Cindy Williams e altri volti amici del cinema del futuro, tutti personaggi con microstorie non meno importanti ai fini del racconto.

Geniale il lancio promozionale del film “dov’eri nel 1962? “, per intenderci, per Lucas quell’estate rappresenta la purezza della nazione, non vi è stata ancora la crisi missilistica con Cuba e Dallas non era stata ancora visitata da JFK, poi dopo arriverà anche il Vietnam, quella notte per Lucas è la metafora della fine del sogno e della spensieratezza, l’ultima notte di quattro ragazzi che percorrono avanti e indietro la loro cittadina con macchine sgargianti tra i drive-in e i fast food dietro a belle ragazze, senza sapere che il futuro era domani. A dirigere le danze della notte Lupo solitario, misterioso e mitico DJ della cittadina, con una colonna sonora ininterrotta comprendente tutte le hits di quegli anni, quasi a proteggere, con la sua musica l’armonia dell’ultima notte di Modesto, che diventa centro del mondo. American graffiti oltre ad essere film imprescindibile è anche un veritiero documento storico sociologico, scelto per la conservazione nella Biblioteca del Congresso USA.

Inevitabile e ci sta tutta anche la citazione di Gioventù bruciata, era il 1973 , l’anno dopo 1974 parte in America Happy days che condivide con il film Ron Howard. Ma erano veramente anni felici? Buona visione e buon compleanno American graffiti

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