Titolo della settimana: Acqua e sapone di Carlo Verdone, 1983.

Acqua e sapone arriva nel 1983, una stagione da nostalgia per il nostro cinema, erano gli anni di Troisi, Nuti e del miglior Verdone. Ultimi sprazzi di commedia italiana, film che divertivano trattando temi importanti, a volte scomodi, ma con una delicatezza tale che il pubblico si accorgeva ti tutto ciò solo dopo essere uscito dalla sala, cosa che per il nostro cinema, un tempo era normalità, ossia coniugare la satira con i problemi sociali.

Acqua e sapone è il quarto lavoro di Verdone, dopo il boom dei primi lungometraggi sotto l’ala protettiva di Sergio Leone, e chi scambia questa pellicola per commediola è, secondo me, fuori strada. Sotto le pieghe della trama si affrontano argomenti di una certa rilevanza, donne-bambine mandate allo sbaraglio, catapultare sotto i riflettori, quelli dello show business, che li stritola sotto l’aspetto fisico e psichico, il precariato, che in quegli anni cominciava, minaccioso, a condizionare il mondo del lavoro, infine rapporti sentimentali pericolosi. 2023? No 1983.

Rolando, laureto, è costretto a fare il bidello in un’ istituto religioso pur di lavorare, mentre arrotonda con lezioni private, Sandy Walsh è una baby modella arrivata a Roma con famiglia a seguito, per delle sfilate di moda e alcuni servizi fotografici, quando i genitori contattano l’Istituto per dei corsi di italiano per la figlia, al telefono risponde Rolando, che non si lascia sfuggire la ghiotta occasione. Da qui una serie di equivoci e gag, sempre sorretti ottimi dialoghi e una buona sceneggiatura, ci condurranno a un inevitabile finale. Uno di quei film cresciuti col tempo, problematiche oggi addirittura peggiorate, che Verdone ad ogni pellicola di quel periodo sottolineava, con l’apice Compagni di scuola. Acqua e sapone è un piccolo cult con ciliegiona sulla torta che è la colonna sonora, una delle più belle degli anni 80 , con le musiche di Fabio Liberatore e la canzone che da il titolo al film scritta da Vasco Rossi e cantata dagli Stadio di Curreri, che ci consentono una full immersion negli anni ’80 ricordandoci che non era tutto rose e fiori e anche quanto era bravo Carlo Verdone (ormai anche lui sembra appiattito dalla mediocrità del nostro cinema, dove discreti filmetti, come per esempio Perfetti sconosciuti o Muccinate vengono scambiati per capolavori o giù di lì.

Elena Fabrizi, la mitica sora Lella e Fabrizio Bracconieri danno colore al film, ma è Florinda Bolkan, nel ruolo della mamma di Sandy a rubare la scena.

Riscoprite Acqua e sapone, piccolo gioiello di un tipo di cinema ormai raro, come tutti i film del primo Verdone. Buona visione

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