Un poderoso richiamo all’Uomo affinché non abdichi alle proprie peculiarità

C’é poco da fare: Papa Francesco dimostra di stare sul pezzo. Sempre. Proprio come accade con il cronista più esperiente e dotato di migliori fiuto per intercettare la notizia quando ancora è nella sua dimensione più grezza, quella di un “semplice” fatto, di un accadimento. La notizia è (potenzialmente) lì, a portata di tutti ma non tutti riescono a “vederla”.

Papa Francesco scegliendo il tema dell’intelligenza artificiale come fulcro attorno al quale sviluppare il messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che diffonderà il 24 gennaio del prossimo anno, in occasione della ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, ha dimostrato di avere questo fiuto. Ma, in questo caso, non tanto e non solo per aver messo al centro della riflessione un tema ormai largamente presente nell’agenda della politica nazionale e internazionale – oltre che argomento di appassionanti (più o meno) discussioni da bar e nel bar dei bar (cioè l’arena dei social) – quanto per aver subito messo il dito, leggendo almeno la breve nota che annuncia la scelta del tema, su quello che è già oggi – e lo sarà sempre di più nel prossimo futuro – uno dei punti più controversi.

Prima di procedere oltre lungo questo sentiero, però, mi sembra utile richiamare alla memoria di tutti una circostanza: il discorso che Papa Francesco sta sviluppando in materia di “buona comunicazione”, eticamente sostenibile, deontologicamente corretta, animata e sorretta innanzitutto dal buon senso (e questo chiama in causa tutti, a cominciare proprio dagli operatori professionali dell’informazione), rappresenta nella sua complessità e consequenzialità un solido e utilissimo punto di riferimento. E non solo per chi crede. Parole dettate, appunto, dal buon senso, parole capaci di arrivare facilmente a chiunque avesse occhi e orecchie per vedere e ascoltare senza pregiudizi, prima ancora che frutto di ragionamenti con un solido ancoraggio nelle Scritture.  Tutto ciò è accaduto (e accade) in un Paese – ma possiamo anche spingerci senza tema di smentita anche molto più in là dei confini del nostro Stivale – nel quale i guasti di un’informazione non accuratamente verificata, quando non completamente falsa, sono venuti al pettine in maniera fragorosa in occasione delle due emergenze globali con le quali ci siamo dovuti misurare (e lo stiamo ancora facendo), la pandemia prima e la guerra in Ucraina dopo. Emergenze che sono state combattute non solo utilizzando le “armi” convenzionali (e nel caso dell’invasione dell’Ucraina non soltanto in senso metaforico), ma anche a colpi di disinformazione strutturata. In questo clima di incertezza montante   le parole del Pontefice sono state un invito a non mettere mai da parte la riflessione, il dialogo, il pensiero critico. I temi affrontati e sviluppati in occasione delle Giornate Mondiali delle Comunicazioni Sociali degli ultimi anni sono la più plastica rappresentazione di questa attenzione alla buona comunicazione di Papa Francesco. Passiamo da “La verità vi farà liberi”: fake news e giornalismo di pace del 2018 a “Siamo membra gli uni degli altri”: dalle social network communities alla comunità umana dell’anno successivo, per approdare quindi al trittico vedere-ascoltare-parlare che si è snodato attraverso   “Vieni e vedi”. Comunicare incontrando le persone come e dove sono nel 2021; “Ascoltare con l’orecchio del cuore” nel 2022; “Parlare col cuore”. Secondo verità nella carità, quest’anno.

E rieccoci, quindi al tema del messaggio del Santo Padre per la 58.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del 2024 “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”. Come tutte le rivoluzioni anche questa basata sull’intelligenza artificiale, pone nuove sfide affinché le macchine non contribuiscano a diffondere un sistema di disinformazione a larga scala e non aumentino anche la solitudine di chi già è solo, privandoci di quel calore che solo la comunicazione tra persone può dare” spiega la nota che annuncia il tema del messaggio del prossimo anno che si pone in scia con le riflessioni già sviluppate in più occasioni da Papa Francesco.

Ma il nodo più complesso e intricato da sciogliere è quello della “guida” dell’intelligenza artificiale, del suo “controllo”. È importante guidare l’intelligenza artificiale e gli algoritmi, perché vi sia in ognuno una consapevolezza responsabile nell’uso e nello sviluppo di queste forme differenti di comunicazione che si vanno ad affiancare a quelle dei social media e di Internet, si legge ancora nel bollettino della Sala Stampa della Santa Sede diffuso nei giorni scorsi. Il fulcro sta in quel passaggio è importante guidare l’intelligenza artificiale e gli algoritmi, che lascia in qualche modo presupporre una permanenza del controllo da parte dell’uomo sulla macchina. Una granitica certezza o solo un (più che condivisibile auspicio)? Il fatto è che le “macchine” dell’intelligenza artificiale “geneticamente” vengono concepite per apprendere da loro stesse. In soldoni: migliorano le loro performance con l’utilizzo sempre più spinto così che (i tecnici perdonino la banalizzazione) le risposte che daranno alle nostre sollecitazioni saranno sempre più  sofisticate. E dunque, volendo considerare l’intelligenza artificiale come qualcosa di “neutro” (ma anche su questo sarebbe necessario spendere qualche riflessione in più) sarà l’utilizzo che se ne farà a fare la differenza. Ma questo utilizzo  è strettamente connesso con l’alimentazione (dataset): quali informazioni diamo alla macchina? Dove le prendiamo? Chi le valida? Ciò si collega a doppio filo con l’altro nodo: chi è che sovrintende a queste operazioni. In una parola: chi controlla? E se non oggi ma in un futuro, nemmeno troppo lontano, l’uomo sarà sempre al centro di questo processo o dovrà fare un passo di lato perché frattanto la macchina lo avrà affiancato (considerato che sono strumenti che fanno dell’autoapprendimento uno dei tratti maggiormente distintivi)?

Interrogativi attorno ai quali, su più e diversi piano di analisi, si può discettare da oggi… all’eternità. Certo è che prima di schierarsi tra coloro i quali ritengono che l’intelligenza artificiale sia un rischio o un’opportunità quel che è necessario è conoscere, approfondire, formarsi. In questo senso il poderoso richiamo all’uomo, perché non abdichi alla propria peculiarità di essere pensante e senziente, che si scorge già oggi dalle indicazioni che accompagnano la scelta del tema del messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali del prossimo anno, rappresentano un altro robustissimo anello di una catena che siamo tutti chiamati a forgiare con il nostro impegno quotidiano.

Ai confini del Mediaverso
di Aldo Mantineo e Giovanni Villino
Editore: Apalos
Pagine: 128, brossura
Prezzo di copertina: 10.00 €
ISBN 978-88-947526-8-7

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