Il debutto alla regia di Paolo Licata da un romanzo di formazione di Catena Fiorello

Titolo della settimana. Picciridda – con i piedi nella sabbia, 2019 di Paolo Licata.
Favignana, anni 60. Lucia, undicenne, alla partenza della famiglia per la Francia, in cerca di lavoro, rimane nell’isola con nonna Maria, donna severa, dura e anaffettiva. Col passare del tempo, Lucia, curiosa di scoprire il mondo in un contesto ostile, ne pagherà le conseguenze sulla propria pelle, ma questo non le impedirà di lottare, sempre e comunque, in una terra, la Sicilia, dove omertà, tradimento e segreti inconfessabili sono dietro l’angolo.
Dal romanzo  Picciridda di Catena Fiorello, Paolo Licata, regista palermitano classe 1981, ha tratto la sua opera prima, curandone anche la sceneggiatura con Catena sotto la supervisione dell’esperto regista di cinema e teatro Ugo Chiti, David dì Donatello 2001 per la miglior sceneggiatura del film L’imbalsamatore di Matteo Garrone.
Picciridda è un film siciliano fino al midollo, dalle location a tutto il cast, trascinato da un’ottima, come sempre, Lucia Sardo, la nonna , o meglio la generala e Maria Castiglia, a picciridda. In questo film di formazione tutto al femminile anche la colonna sonora, che comprende canti popolari di Rosa Balistreri e pezzi pop di quegli anni da Mina a Celentano, è funzionale al racconto, fondendosi bene con le immagini e la fotografia di un’isola tanto bella quanto infida e selvaggia; cornice perfetta per questo tipo di storie di sottomissione e riscatto, in un’epoca in cui la donna era costretta a scontrarsi con un sistema patriarcale e arcaico, un monito che è un parallelo con la realtà odierna, perché preservare il nostro futuro, cioè i bambini, dovrebbe essere la priorità, dovrebbe.
Gli sceneggiatori ripuliscono la pellicola da molte angherie che Lucia subisce, anche dalla nonna, facendo intuire l’astio e la rabbia interiore che proviene da un passato mai rimosso della donna, scelta questa azzeccata, poiché a volte il non visto, o lasciato intuire a volte risulta più incisivo, lasciando spazio all’immaginazione dello spettatore; di conseguenza ne trae beneficio anche la pellicola, già di per sé ben recitata, dove si tocca con mano cosa significhi crescere in un mondo culturalmente oppressivo.
Altra lancia a favore del film, aver evitato tutti i luoghi comuni che abbondano nel cinema italiano odierno, strizzando un occhio al periodo neorealista. Peccato per una seconda parte non all’altezza della prima, rimane comunque un’opera prima di buon impatto, raro nel nostro panorama, e per quanto mi riguarda miglior prova della grande Lucia Sardo.  Uscito nella sale nel 2019 causa la pandemia non ha avuto il successo che avrebbe meritato. Povertà, emigrazione, segreti familiari, Picciridda riesce, da una tragedia personale, a trovare le forze per cambiare il corso della vita e evadere da un passato doloroso. Buona visione
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