Ripercorriamo virtualmente i luoghi terreni che suor Chiara predilesse e scelse come dimora prima del suo volo in cielo.

La Grotta Santa, citata più volte nei precedenti articoli, fu per lei un luogo privilegiato e sacro. Vi abitò più volte nel suo stato vedovile e vi tornò ancora quando fece ritorno da Messina dopo essere stata ospite presso l’Istituto del Divino Zelo e, infine, quando fu rimandata a Siracusa dopo l’esperienza presso il monastero delle Clarisse.

Dopo l’allontanamento dal monastero di Messina, la religiosa fu anche ospite presso alcuni istituti religiosi e, negli ultimi anni di vita, alloggiò in abitazioni private: molte anime devote, infatti, desideravano condividere la loro casa con la “monaca santa”, com’era unanimemente chiamata.

Nel villino Sirchia – Leone, suor Chiara vi abitò per tre mesi circa, dal dicembre 1931 fino al

marzo del 1932. Giuseppina Sirchia, vedova Leone, fu tra le principali promotrici per l’avvio del processo di beatificazione, e si fece anche carico delle somme occorrenti.

 

Nel villino Gattuso, suor Chiara fu ospite dal mese di marzo 1932.In uno stanzino adiacente alla sua camera da letto, la religiosa aveva fatto realizzare un altare, sormontato da un crocifisso dinanzi al quale ardeva sempre una lampada il cui olio fu oggetto di alcune guarigioni. Suor Chiara aveva confidato al suo direttore spirituale, p. Uccello, che quell’olio era stato benedetto una volta ed in via definitiva dalla Vergine proprio a scopo taumaturgico «e si doveva distribuire a chi lo domandava

rinnovandolo nella lampada».

L’ultima dimora terrena fu una stanza presa in affitto Il 29 giugno 1932 nel villino Romano, in viale Tunisi 5; lì abitò fino alla morte, avvenuta il 13 settembre 1932.

Suor Chiara fu sepolta nel cimitero comunale di Siracusa nel loculo di proprietà del sig. Atanasio. Il 19 aprile del 1956 fu rimossa per essere tumulata nella tomba di famiglia di proprietà del fratello Corrado. Il 10 novembre del 1999, su domanda di p. Vincenzo Annino, i resti mortali della religiosa furono nuovamente traslati e trasferiti nella cappella di Santa Rita all’interno della chiesa dei Frati Cappuccini dove si trovano tutt’oggi.

L’estumulazione della salma avvenne in virtù del processo di beatificazione, aperto il 16 luglio 1983, nei confronti della stessa.

Finalmente questa Serva di Dio, che in vita non ebbe mai una sua casa, che amò vivere nella grotta santa circondata dagli scorpioni, che morì in una stanza presa in affitto, ha ora una dimora stabile.

 

Condividi: