Anticipiamo alcune riflessioni di Gianni Failla che lo stesso condividerà con noi Venerdì 17 novembre in occasione della presentazione del suo libro “Orme di Cammino”.

Nel corso della serata sarà distribuito il nuovo numero del giornale in edizione tipografica, che si può prenotare nelle edicole parrocchiali.

Il mese di Novembre sta trascorrendo velocemente e ci avviamo ormai verso la fine dell’anno 2023. Nel nostro territorio viviamo quotidianamente le giornate con la consapevolezza di far parte di una Periferia che, da tanti storici decenni, non vive da protagonista nel vasto panorama sociale ed economico della Nazione. Eppure siamo profondamente convinti che dobbiamo fare la nostra parte per una Società più civile e giusta.

L’amore per la nostra terra si esprime pure nell’impegno giornalistico sulle pagine di “Cammino”. In quasi quarantuno anni di pubblicazioni, abbiamo percorso tanti interessanti cammini di vita, incontrando forti tensioni e generose aspirazioni. Abbiamo spesso proposto la cronaca di eventi guidati da uomini e donne che localmente hanno fortemente creduto nel vero progresso della nostra civiltà. Abbiamo pure avuto l’onore di stare accanto ad alti compagni e maestri di umanità. Indimenticabili, ad esempio, Sebastiano Rodante, Alfio Inserra e Corrado Piccione…

Ma alle speranze non sempre sono seguite le auspicate realizzazioni. Anzi spesso tante realtà sono maturate nel senso opposto alle nostre migliori intenzioni di progresso e benessere, pure in senso strettamente ecclesiale. Il nostro contesto sociale si è progressivamente e incredibilmente impoverito di valori, sino al punto che talora ci chiediamo che ne sarà della nostra umanità post moderna, popolata da gente che ha perduto di vista la propria migliore identità. Alcuni comportamenti “alla moda”, senza principi, sono talmente diffusi da essere diventati regole, persino in tanti nostri ambienti, in tanti nostri condomini  e in tante nostre case.

Eppure dalle cronache di taluni avvenimenti emerge un diverso, sottostante e silenzioso, giornaliero impegno per un territorio che superi le difficili situazioni di malessere. Accanto a noi c’è chi vuole scuotere mediocrità diffuse, chi vuole custodire e sostenere una Cultura autenticamente libera, per puntare verso l’Alto, verso il Bello.

C’è chi non vuole indulgere alla chiacchiera superficiale e inutile, osando una presenza creativa tra i problemi che assillano il popolo di questo territorio siracusano.

PER SPAZI DI QUALITÀ

Per riconquistare spazi di qualità in una società sicuramente malata, c’è chi vuole attivamente partecipare per superare una certa strisciante pandemia spirituale e culturale che rischia di annacquare per sempre valori forti.

A Siracusa adesso, dopo il Novembre, ci attendono i festosi giorni di Dicembre, a iniziare dalla ricorrenza dell’Immacolata, per poi continuare con la festa di Santa Lucia, di Natale, per concludere con i botti di San Silvestro. Ovunque sarà una esplosione di incontri, un rifiorire di rapporti umani e sociali spesso all’insegna della tradizione religiosa tramandata dai nostri avi. Si rinnoverà la gioiosa partecipazione del popolo che ama riscoprire radici e rinnovati riti della memoria.

Tanta gente si accosterà a questi appuntamenti di Dicembre con la profonda emozione che ancora una volta supererà incredibilmente i limiti dello scorrere del tempo. Una volta tanto il freddo “modernismo” verrà momentaneamente sconfitto!

Verrà riscoperto il calore umano tipicamente siciliano ma – superato il periodo festivo – realisticamente, nella storia del nostro tempo, traboccante di vita e pure di ferite, s’imporrà l’esigenza di superare le innegabili e gravi contraddizioni che appesantiscono le elementari e fondamentali norme del vivere civile nella nostra vita comunitaria.

Numerose e gravi questioni morali investono certamente e da tempo la nostra disorientata società. Pure nella nostra Siracusa spesso si vive come se le regole oggettive non esistessero più e conseguentemente i mali dilagano tra le nostre strade, tra le nostre case.

Che fare? Le preoccupanti constatazioni giornalistiche non sono sufficienti per risalire la china del nostro contorto malessere sociale. Un difficile – ma necessario – impegno di riscatto è affidato a ogni cittadino, a ogni istituzione. Ma si troveranno ancora punti di riferimento e sostegno?

Una forte sfida ci attende. Lo sguardo in avanti, dunque, per riscoprire le superiori dimensioni della vita in comune!

Condividi: