Tredici ragazzi su cento vivono in grave povertà nel nostro paese e aumentano le famiglie in povertà assoluta, che non possono cioè permettersi le spese necessarie a condurre una vita accettabile, come pagare l’affitto di casa, le cure mediche o gli abiti, garantirsi tre pasti al giorno.
Ed è significativo come siano quelle con tre o più figli minori e quelle straniere le famiglie in condizioni più pesanti delle altre. I dati dell’Istat sono impietosi e devono fare riflettere tutti: : le persone in povertà assoluta sono più numerose al Sud rispetto al Nord, ma ovunque i più penalizzati sono in particolar modo i minori.
Nel momento in cui si fa un gran parlare di combattere la denatalità, occorre purtroppo rilevare come, ancora oggi, l’incidenza della povertà relativa cresca di pari passo all’aumentare del numero dei componenti della famiglia, fino ad arrivare addirittura al 35% (e nel Sud al 40%) per le famiglie più numerose (di cinque componenti e oltre).
Ed in tale contesto rattrista, preoccupa e dovrebbe costituire una delle priorità del welfare constatare che dieci milioni e mezzo di bambini e ragazzi che vivono nel nostro Paese non abbiano la stesse possibilità di accedere a case, scuole e spazi pubblici adatti alla crescita, all’educazione e al benessere fisico e mentale.
Molti di loro vivono in quartieri periferici, dove si registrano condizioni di isolamento, povertà, degrado urbano e carenza di idonei luoghi di aggregazione e di servizi. Sono persone che non possono essere costrette a vivere nell’emarginazione ed è interesse dell’intera società fare in modo che questi bambini abbiano tutte le possibilità, le opportunità concrete di esprimere al meglio le loro straordinarie potenzialità. Per questo va combattuta, anche nella nostra realtà locale, costantemente, ogni giorno la dispersione scolastica e vanno realizzate iniziative di inclusione sociale, di politiche attive per il lavoro non sporadiche ma strutturali ed efficaci.
Salvo Sorbello – Presidente Provinciale del Forum delle Associazioni Familiari