Nell’ambito delle iniziative del “VI Festival dell’Educazione… sulle orme di Pino Pennisi”,
Siracusa ha scelto come tema “Una città in ascolto per educarci ed educare”.
Proprio seguendo il filo conduttore dell’ascolto, lo scorso 25 novembre, in occasione della
Giornata internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne, si è tenuto presso
l’Urban Center di Siracusa, un dibattito culturale che ha coinvolto diverse personalità, soprattutto
femminili, impegnate in prima linea per la difesa delle donne.
Barbara Ruvioli, assessore per le pari opportunità e diritti sociali, Politiche Sociali e della
Famiglia, Politiche di inclusione e diritto alla casa, ha moderato l’incontro.
Salvo Sorbello, presidente provinciale del Forum delle associazioni familiari, si è soffermato, a
fronte dei numerosi episodi di violenza, sull’importanza dell’educazione al rispetto, soprattutto in
famiglia, prima agenzia educativa deputata alla trasmissione dei valori fondamentali.
Giancarlo Pavano, assessore alle Politiche di genere, ha sottolineato che “con ANCI si attiveranno
iniziative anche al di fuori delle mura scolastiche, per sostenere e supportare i giovani post
diciott’anni. Le politiche giovanili sono l’educazione non formale, si impara attraverso il fare”.
Daniela La Runa, avvocata e presidente del Centro antiviolenza Ipazia, si impegna a combattere e
prevenire la violenza sulle donne, “un impegno incessante e a tutto campo, profuso in tutta la
provincia h24”, precisa La Runa. “La violenza sulle donne affonda le sue origini sulla differenza di
genere. La libertà è un diritto che non va negato”. Molte sono le donne che raccontano le loro
tragedie ma non tutte le storie orribili approdano nelle aule dei tribunali.
Alessandra Garufi, avvocata e tesoriere del Comitato per le Pari opportunità dell’Ordine degli
Avvocati di Siracusa, ha affermato che “bisogna lavorare sul linguaggio. Tra gli obiettivi
dell’agenda 2030 c’è l’eliminazione della differenza di genere, intesa come garanzia per le pari
opportunità per donne e uomini. La donna viene vista come il sesso debole. Le disparità vanno
eliminate sia nel lavoro, sia nello sport. Ci sono Paesi dove la situazione è decisamente ostile per le
donne”.
L’attivista iraniana Vajiheh Hajhousseini è intervenuta su invito dell’avvocata Garufi, citando la
propria testimonianza “il regime islamico uccide le sue figlie, le donne. Nel vostro Paese ci sono
associazioni e Istituzioni che lavorano a favore delle donne ma come vediamo questa democrazia
non è abbastanza. Le donne devono sentirsi libere e non coraggiose”.
Valeria Drago, medico e vice presidente dell’AIDM (associazione donne medico) ricorda che “le
statistiche riportano frequenti episodi di violenze, anche per gli operatori sanitari. Nel review di
Paul Spencer del 2014 che coinvolge 160 Paesi, sono stati intervistati 150mila infermieri ed
emergono già dati allarmanti: un terzo di questi infermieri ha riportato violenze fisiche e
psicologiche durante i turni di servizio. Nella disamina geografica, i paesi anglosassoni risultano
essere più a rischio ma gli autori stessi ritengono che forse lì è diffusa la cultura della
segnalazione”. La dott.ssa Drago ha poi spiegato il progetto VIPROM ovvero “Victim Protection in
Medicine, finanziato dall’Unione Europea con 1milione e 600mila euro, che è dedicato alla cura e
alla protezione delle persone vittime di violenza domestica. Lo scopo è strutturare un percorso di
formazione, partendo proprio da chi, spesso per primo, entra in contatto con chi subisce violenza
domestica:il professionista della sanità. Gli ultimi dati Istat riportano che sette milioni di donne
intervistate tra i 16 e i 70 anni, hanno subito almeno una volta nella vita un episodio di violenza”.

Patrizia Dugo, avvocato del foro di Siracusa esponente dell’Organizzazione di volontariato Contro
Tutte Le Violenze, associazione CO.TU.LE.VI, centro antiviolenza autorizzato, che nasce nel 2012
ma opera sin dal 2008 con l’Apertura dello Sportello Antiviolenza Diana all’interno del Tribunale
di Trapani. Lo sportello si rivolge ad ogni genere di violenza e si avvale della collaborazione di
psicologi, avvocati, medici, assistenti sociali e mediatori familiari disponibili a fornire
volontariamente consulenza e supporto, garantendo massima professionalità e riservatezza.
A breve (il protocollo verrà siglato il 4 dicembre, ndr), verranno attivati gli sportelli di ascolto
didattico a Siracusa, presso gli Istituti Einaudi e Quintiliano. Gli sportelli attivi in tutto il territorio
nazionale sono attualmente 90.


Non sono mancati gli interventi di Carlo Gilistro, pediatra e deputato ARS, componente della
Commissione VI Salute, Servizi sociali e sanitari, che tiene a sottolineare la sua presenza in qualità
di medico e non politico, anche se la sua attività a favore della tutela della persona è intensa con
numerose interrogazioni parlamentari e a ripartire dalla famiglia, nucleo fondamentale per i giovani.
Franca Mandanici, rappresentante della Consulta Comunale femminile, che sostiene le pari
opportunità per le donne di concerto con le associazioni locali e l’Amministrazione comunale.
Incoraggia l’alleanza tra le diverse risorse del territorio per supportare le donne vittime di violenza,
al fine di creare una task force con persone specializzate al servizio della donne vittime di violenza.
Barbara Ruvioli ha poi dato la parola a Eugenia, neolaureata in Comunicazione presso l’Università
degli Studi di Padova, che in una lettera denuncia la condizione delle donne, come Elena Lucrezia
Cornaro Piscopia famosa e ammirata per essere la prima donna laureata al mondo, presso
l’Università di Padova, che non ha potuto però esercitare l’insegnamento in quanto donna, perché la
cultura dell’epoca lo impediva. Fino al ricordo di Giulia Cecchettin, uccisa recentemente dal
fidanzato, la paura che ha patito e il dolore della famiglia e degli amici. Sogni strappati via da
qualcuno che si è arrogato il diritto di decidere della sua vita.
Rita Disco, rappresentante del Centro antiviolenza Le Nereidi, ha ricordato le sedi a Siracusa, e il
numero unico 1522 che indirizza al centro antiviolenza più vicino, rammentando alla nutrita platea
il gesto per la richiesta di aiuto, effettuato con la mano.
Emozionante la testimonianza di Luisa Ardita, sorella di Eligia uccisa a 36 anni nel 2015 dal
marito. La donna invita a denunciare le violenze perché è fondamentale proteggersi per non arrivare
a situazioni ingestibili e pericolose.
La sua testimonianza diventa un monito per ascoltare le tacite richieste di aiuto.

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