Intensa la relazione di Valeria Macca: Accompagnare, Sognare

L’Assemblea diocesana dell’Azione Cattolica ha provveduto al rinnovo del consiglio diocesano. Prima dell’Assemblea si è svolta la Celebrazione Eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Siracusa Francesco Lomanto. All’Assemblea erano presenti i presidenti, i vice presidenti e gli assistenti ecclesiali che si sono succeduti durante i vari trienni. Alla Assemblea era anche presente Caterina  Donato delegata per assistere alle operazioni di voto.

Dopo le relazioni dei vice presidenti di settore e della responsabile dell’articolazione ACR la presidente diocesana uscente Valeria Macca nella sua relazione finale ha evidenziato che “il triennio passato è iniziato, almeno nella nostra diocesi, con l’inizio del lockdown; la mia nomina, il 5 marzo 2020, ha preceduto di qualche giorno la chiusura di scuole, uffici, chiese… Nessuno del consiglio neo letto avrebbe mai pensato di vivere il primo di questi quattro anni nel modo che ci siamo poi inventati, tra riunioni on line, video sui gruppi whatsapp ecc..  La pandemia ha messo a dura prova il nostro modo di fare associazione, ha ridotto drasticamente i numeri (perché è vero che non sono tutto, che non sono essenziali, ma di essi si deve pur tenere conto), dimezzando il numero degli aderenti, ha messo in evidenza i limiti del nostro operare, ma ci ha fatto prendere consapevolezza anche della bellezza e della fortuna di essere di AC. Quando tutti erano isolati, quando non si poteva neanche andare a Messa per celebrare l’eucarestia, noi non siamo mai stati soli, l’associazione ha retto perché quella fitta rete di legami di vita buona ci ha tenuti insieme, ci ha sostenuti, non ci ha fatti mai sentire soli, ci ha permesso di superare i momenti bui e di passare all’altra riva (come ci ricorda il titolo degli orientamenti triennali).

Nel presente, abbiamo cercato di tenere insieme i pezzi, di sostenere le attività parrocchiali, di cominciare gradualmente con le attività in presenza, con tutte le difficoltà del caso, di non cedere alla tentazione dello scoraggiamento, ma di creare occasioni di incontro, come le giornate diocesane, i campi scuola, i ritiri. Abbiamo cercato di ricominciare, di rialzarci pian piano, di avere il coraggio di creder che un futuro è sempre possibile, perché non siamo soli nel cammino. Sappiamo bene che sono tante le cose che avremmo potuto fare meglio o realizzare e che non siamo stati capaci di mettere in atto (me ne vengono in mente alcune: la cura delle associazioni parrocchiali, con la visita ai gruppi ed ai consigli parrocchiali, una maggiore attenzione alla famiglia, alle coppie di fidanzati, ai movimenti di ambiente). Vorrei, quindi, soffermarmi su due dei quattro verbi che abbiamo scelto come orizzonte per il futuro triennio, e dai quali mi piace partire: accompagnare e sognare.

Accompagnare: in questi quattro anni, abbiamo cercato di non smettere mai di accompagnare le persone, di guardare alle loro esigenze ed ai loro bisogni, anche alla loro sicurezza in tempi di COVID (con tutto ciò che ha comportato anche in termini di incomprensioni per i campi mancati i primi due anni), di stare accanto a ciascuno, anche solo con una telefonata o un messaggio ai vice presidenti o ai presidenti parrocchiali. Per il futuro –aggiunge-, vogliamo continuare proprio a stare accanto laddove le persone vivono e si trovano, dove sperimentano le loro fragilità e le loro paure, per far crescere il senso profondo di comunità che accoglie e che sa porsi in ascolto.

Accompagnare significa avere rispetto anche delle scelte diverse compiute dalle persone: dobbiamo accompagnare chi si impegna nel mondo della società, della politica, della scuola: non tutti siamo chiamati ad un impegno nella struttura associativa, ma tutti siamo chiamati a vivere in pienezza la vocazione battesimale.  Accompagnare significa avere la pazienza dei tempi lunghi, saper aspettare il passo dell’altro, che non è necessariamente uguale al nostro. Come quando su un sentiero di montagna chi è più esperto dà una mano a chi fa più fatica e guardate che la fatica non è solo a salire, anzi è la discesa quella molto più insidiosa, perché i muscoli si affaticano e le ginocchia fanno male. È una metafora importante anche per noi. Accompagnare significa anche ascoltare le esigenze delle persone, “perdere” del tempo con loro, anche se il tempo dell’ascolto non è mai tempo perso, ma donato.  

Il secondo verbo sul quale mi piace soffermarmi è sognare.  Nel documento programmatico, abbiamo legato questo verbo alla dimensione del cammino sinodale, perché crediamo che l’AC, specialmente nella nostra diocesi, possa continuare a dare una spinta importante in questo contesto, ma io vorrei dirvi anche qualcos’altro. Come AC diocesana non possiamo smettere di sognare, o meglio di credere che è possibile costruire una Chiesa accogliente, viva, dove ciascuno possa dire la propria, camminare insieme, dove, come avviene in AC, giovani e adulti, sullo stesso piano, costruiscono e lavorano per un progetto comune. Vorrei dirvi tante cose al riguardo; a volte, guardandomi intorno e non parlo solo dell’AC, ma della comunità ecclesiale in generale, mi sembra di sentire solo lamentazioni, un clima di scoraggiamento (lascia stare, ma non serve a nulla ecc.).

Credo che se c’è una cosa che mi sta davvero a cuore, è proprio questa: siate, come uomini e donne di AC, uomini e donne di speranza, non lasciatevi scoraggiare da nulla; un laico adulto nella fede non può mai sentirsi solo, perché sa di essere sostenuto dal Signore e dalla stessa comunità (noi anche dalla nostra associazione); pur in un clima di scoramento, siate capaci di gettare seme buono, siate capaci di guardare oltre le difficoltà, capaci di speranza, non come mera illusione che le cose andranno bene, ma come certezza che solo lavorando nell’oggi, gettando seme buono, quando gli altri vedono solo nero, un giorno crescerà un albero rigoglioso. Questo modo di essere non è illusorio, ma profetico!!. Siate seme fecondo; spargete a piene mani questo seme, senza paura di essere soli, di essere considerati degli illusi; il Signore ha bisogno di sognatori autentici. Ha detto, diversi anni fa (ma credo che il messaggio sia sempre attuale) Papa Francesco ai giovani, che per sognare in grande c’è bisogno di Dio! I sogni grandi che vi auguro sono quelli che danno fecondità, sono capaci di seminare pace, di seminare fraternità, di seminare gioia, come noi oggi; ecco, questi sono sogni grandi perché pensano a tutti con il “noi”.

E’ stato davvero bello, per me, in questi tredici anni, servire la Chiesa nell’Azione Cattolica, un dono che il Signore mi ha fatto e per il quale non smetterò mai di dire grazie”.

Nel pomeriggio i delegati hanno provveduto ad eleggere il nuovo consiglio diocesano. I nuovi consiglieri sono: per il settore adulti: Ciotta Laura, Germano Mario, Accaputo , Maria Elena, Manfredi Cinzia; per il settore giovani sono stati eletti: Ossino Giuseppe, Bosco Ludovica, De Rossi Daniel, D’Amico Elisabetta; per l’articolazione ACR: Cormaci Vincenzo, Gagliolo Giorgia, Carrabino Noemi, Adorno Giuseppe 

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