E’ il primo, rilevante, appuntamento culturale del 2024 in città dove, dopo un silenzio durato oltre un settantennio, tornerà stasera a suonare -inizio del concerto alle ore 20- l’organo monumentale della chiesa madre di S. Alfio, restaurato grazie ai fondi messi a disposizione della Regione siciliana ed ad un contributo dell’Otto per mille. Sarà l’organista maestro Diego Cannizzaro ad avere l’onore di far vibrare di nuovo le quarantuno canne di facciata che costituiscono il complesso dell’organo, assemblato dal ragusano Giorgio Gaudenzio Giummarra, allievo dell’azienda Serrassi di Bergamo, a fine del 1896. L’organo si staglia su una cantoria lignea con parapetto anch’esso in legno ed è collocato sul fondo dell’abside dell’altare maggiore; la cassa è in stile neogotico con guglie e pinnacoli che presentano elementi ad archi polilobati e trafori.

Francesco Olivieri

Il lungo, meticoloso, accurato lavoro di restauro è stato condotto dall’azienda “Artigiana organi” di Francesco Olivieri a cui è toccato il compito di rimettere in sesto le varie parti dell’organo; cosa che si è rivelata più complicata del previsto in quanto l’assemblaggio dello strumento è risultato essere la somma di più parti di organi di età sei-settecentesca,  verosimilmente presenti in altre chiese prima del terremoto del 1696, e sapiente mix tra scuola siciliana e scuola lombarda, per ciò che attiene il manufatto finale.

Un organo, com’è facile intuire senza addentrarsi in altri tecnicismi, complesso e complicato allo stesso tempo, tra i più imponenti presenti nella nostra isola. Il concerto di stasera corona almeno due lustri di lavoro burocratico per l’accesso ai finanziamenti: particolarmente soddisfatto il parroco don Maurizio Pizzo che ha seguito il restauro e per il quale “la Matrice ritrova l’ennesimo gioiello presente al suo interno”. Non resta dunque che assistere al concerto che per la quasi totalità dei lentinesi, e non solo, sarà a tutti gli effetti una vera e propria novità. Insomma, un evento da non perdersi!

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