Bello, anzi bellissimo! Sorridente, anzi -volendo- sorridentissimo (perché è tornato a casa?)! E’ l’impressione che pervade colui il quale guarda, da ogni angolazione, il Kouros di Leontinoi da oggi, e fino al 15 aprile del prossimo anno, in mostra al Museo archeologico regionale di piazza degli Studi.

Ieri il prologo, con l’inaugurazione ufficiale della mostra, alla presenza dell’assessore regionale ai beni culturali ed all’identità siciliana onorevole Francesco Paolo Scarpinato, del Sovrintendente ai beni culturali di Siracusa Salvatore Martinez, dei sindaci di Lentini e Carlentini, Rosario Lo Faro e Giuseppe Stefio e dell’onorevole Luca Cannata. A fare gli onori di casa, la dirigente responsabile del Parco archeologico di Leontinoi e Megara, l’architetto Carla Mancuso che ha sottolineato la valenza scientifico-culturale del Kouros nella sua versione per così dire ‘assemblata’, nata da un’idea di Vittorio Sgarbi e recepita sotto il profilo archeologico dal compianto assessore regionale ai beni culturali Sebastiano Tusa. Ma c’è anche l’aspetto turistico, non meno importante, sul quale si è soffermato, nel suo intervento, l’assessore Scarpinato il quale ha sottolineato come la presenza del Kouros a Lentini sia una scelta ben precisa, per “rendere giustizia ad un territorio sovente depredato dei suoi beni archeologici più belli, oggi sparsi in tutto il mondo”. L’auspicio che il Kouros possa un giorno restare esposto in via definitiva al museo archeologico cittadino è stato espresso, nei loro interventi, dai primi cittadini di Lentini e Carlentini i quali hanno sottolineato anche gli importanti investimenti che con i fondi del Pnrr renderanno il parco archeologico di Leontinoi -lavori per tre milioni di euro già appaltati- un sito all’avanguardia nell’offerta ai turisti sotto il profilo della fruibilità.

Il professore Massimo Frasca, archeologo dell’Università di Catania, ha illustrato le peculiarità della statua, mettendola in relazione, per certi versi, con l’opulenza dell’antica Leontinoi, una delle prime colonie fondate dai calcidesi in Sicilia nell’ottavo secolo avanti Cristo, di cui altri reperti lapidei in mostra sempre al museo costituiscono ulteriore riscontro. Quindi il taglio del nastro ed il Kouros, ospitato in una sala del pian terreno del museo appositamente allestita, si è ‘svelato’ agli occhi dei presenti. Il Kouros è costituito dalla cosiddetta “testa Biscari”, di proprietà del museo civico di Catania di castello Ursino, così chiamata in quanto fu il principe di Biscari nel tardo settecento ad acquistarla alla collezione di famiglia poi acquisita dal comune etneo, e dal torso che l’archeologo Paolo Orsi, nel 1904, acquistò dal marchese di Castelluccio. Tante le vicissitudini dei due pezzi, dal loro rinvenimento -il luogo preciso non è stato possibile individuarlo- al passaggio di mano fino ad essere, per fortuna, patrimonio pubblico.

Gli studi datano al primo decennio del V secolo avanti Cristo la realizzazione dell’opera che viene attribuita ad uno scultore, verosimilmente dell’isola egea di Paro, operante in Sicilia. Si potrebbe a lungo continuare a parlare di tutti gli aspetti che rendono il Kouros un prezioso, seppur non unico, testimone di un’epoca storica ben precisa ma si entrerebbe nel tecnicismo degli addetti ai lavori. A sottolineare l’importanza della mostra, va detto che il Kouros ritorna a ‘casa’ dopo dodici decenni, avendo alle spalle l’esposizione del 2018 a palazzo Branciforti a Palermo, quelle di Catania nel 2019 e 2022, di Siracusa nel 2020 e 2023 e del 2021-22 al museo Cicladico di Atene. Insomma e per finire: merita di essere visitato e contemplato (così come il museo in sé per ciò che raccoglie e mostra dell’antica Leontinoi)!

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