Il Commissario Aps ci incontri, urgente la realizzazione del Piano di Zona

Da quattro anni impegnati in prima linea per affermare i diritti delle persone con disabilità psichica e per favorire una dignitosa qualità di vita e della salute mentale di tutti i cittadini, l’associazione regionale  Si può fare per il lavoro di comunità ETS, con sede a Siracusa, torna a riunirsi, insieme ad Afadipsi –associazione di famiglie con disagio psichico-, all’indomani dell’incontro del 3 aprile u.s. presso l’Urban center di Siracusa, chiedendo ancora una volta, in una nota congiunta, un incontro con il Commissario straordinario dell’Asp n. 8 Siracusa, dott. Alessandro Caltagirone.“Da quando si è insediato il Commissario Asp dott. Caltagirone –ha esordito Tati Sgarlata, presidente dell’associazione-, abbiamo inviato tre pec senza avere risposta se non per annunciarci che alla riunione del 3 aprile scorso, sarebbe venuto, in sua rappresentanza, il dott. Rosario Pavone. Non riusciamo a spiegarci questo atteggiamento di rifiuto per cui è stato deciso durante l’ultima riunione di direttivo, di fare un’ulteriore PEC ed in caso di ulteriore diniego, organizzare una manifestazione”.Sgarlata continua portando a conoscenza i punti salienti della recente riunione con l’associazione, nella quale si sono messe nero su bianco diverse richieste e a tale proposito ci illustra il punto di partenza: “La legge 328/2000 prevede che i distretti socio sanitari con dei fondi ad hoc, istituiscano servizi innovativi, per es. nel caso nostro continuare i progetti di autonomia che il paziente ha iniziato con il budget di salute sanitario, oppure aprire gruppi appartamento etc… Tutto questo si fa con un Piano di Zona che prevede il coinvolgimento delle associazioni, dei servizi etc…Quindi, servizi che partono dalla partecipazione della base”.

Il presidente continua ricordando che “Occorre coinvolgere gli Enti locali, in quanto è necessario incontrare i comuni, per la realizzazione del Piano di Zona per tutte le misure che riguardano la salute mentale. Ciò è un punto importante perché tra l’altro, in futuro, i fondi dei distretti socio sanitari ed i Piani di zona della legge 328/2000 rappresenteranno la continuazione dei budget di salute sanitari”. “Altro punto significativo” -ci aggiorna il presidente Sgarlata- “è la creazione di rapporti con i deputati regionali. Inoltre, dato che si sta creando l’intergruppo all’Ars –assemblea regionale siciliana, ndr-  sui problemi della salute mentale, si chiede loro di farvi parte e di aiutarci nelle nostre iniziative a livello regionale”. Non mancano le iniziative culturali che si intendono portare avanti. “Vorremmo portare a Siracusa –spiega Sgarlata- la proiezione del film Kripton che affronta le nostre problematiche, film che ha avuto riconoscimenti a livello nazionale”. E ancora: “L’associazione – chiarisce il presidente- è inserita, insieme ai Direttori dei DSM (Dipartimento di salute mentale) di tutta la regione ed a vari esperti, nel Coordinamento regionale salute mentale e ha portato sul tavolo le problematiche più urgenti che hanno trovato sostanziale condivisione ma che l’assessorato non riesce a realizzare”.

D: Ma com’è strutturato il servizio di psichiatria nella nostra provincia?

Così, nel merito, enuncia Sgarlata: “Il DSM –dipartimento di salute mentale- per la provincia di Siracusa è composto da tre unità per adulti, dislocate uno nella zona sud, uno nella zona centrale e uno nella zona nord. Esistono pure altri due moduli, esattamente, uno di neuropsichiatria infantile e uno per le tossicodipendenze. Queste cinque unità sono coordinate dal direttore del dipartimento che a Siracusa non esiste da più di un anno. Al suo interno ci stanno i CSM –centri di salute mentale-, i CD –centri diurni-, i servizi residenziali e i SPDC –servizi psichiatrici di diagnosi e cura-“. Sgarlata entra nel dettaglio e ci informa che “Parlando sempre di utenza adulta, Il SPDC è per le acuzie, mentre non esiste un CD. Ci sono poi le comunità terapeutiche assistite con, in provincia, 120 posti con 5 comunità terapeutiche, 20 posti per ogni comunità terapeutica, di cui 5  di queste sono convenzionate dal privato e una è pubblica, cioè l’ex Onp –ospedale neuropsichiatrico-“.

D: Qual è il ruolo degli ambulatori in tutto questo? “Gli ambulatori –risponde il presidente- sono CSM che rappresentano la regia di tutto. I CSM sono la parte dell’equipe territoriale che coordina tutto quanto, cioè i pazienti fanno tutti parte dello stesso CSM ma non tutti vanno al SPDC, o al CTA o al CD, ma tutti appartengono comunque al CSM che è il punto di ritrovo, il centro del modulo, la regia del modulo dipartimentale di psichiatria per adulti”.

D: Fatta questa doverosa premessa, quali sono gli obiettivi su cui puntate e che intendete condividere con gli Enti locali e la politica regionale? 

“Ci sono due punti di vista da cui dobbiamo partire –ha detto Sgarlata-, per realizzare la nostra azione e cioè: occorre realizzare iniziative dal basso che facciano capire che è possibile una Psichiatria di Comunità che parta da bisogni delle persone con progetti concreti (già portati avanti da associazioni e cooperative come Passwork, Afadipsi, Cooperativa San Martino etc…), ma che possono trovare ulteriore impulso con il contributo di tutti. Non in ultimo, necessitano azioni che puntino al cambiamento politico, per rivendicare le gravi problematiche dei servizi  quali le insufficienza del numero di operatori, la mancanza di figure apicali stabili, minimale applicazione del budget di salute, chiusura dei centri diurni, servizio autismo adulti chiuso etc.. Ecco perché –aggiunge-, per poter realizzare tutto questo, ci siamo ripromessi di aprire una stretta collaborazione con il Forum del terzo settore e di continuare la collaborazione con la CGIL”. Il presidente Sgarlata conclude, estrapolando direttamente dal documento di sintesi elaborato, i quattro punti fondamentali per un servizio di Psichiatria di Comunità più efficiente, partendo dallo stato dell’arte della psichiatria territoriale per adulti, arrivando così a fornire anche dei suggerimenti all’assessorato regionale competente e precisamente:

1) Piante organiche dei DSM inadeguate con la conseguenza che i servizi di tutela della salute mentale stanno diventando sempre più ambulatori di Psichiatria;

2) Realizzazione del budget di salute in maniera inadeguata con la necessità che si formi una task force regionale che monitori, controlli e che formi gli operatori dei DSM e gli ETS -enti del terzo settore-;

3) SPDC ad alta assistenza invece che a media assistenza con gravi problematiche di gestione e con il rischio concreto che gli SPDC non riescano ad assolvere al loro compito in maniera adeguata;

4)  CTA a rischio di diventare cronicari e a rischio invasione di autori di reato ed incapacità di aprire le CTA specializzate (doppia diagnosi, disturbi mentali, minori, disturbi alimentari) e Comunità alloggio senza sbocchi per la non realizzazione del Piano socio sanitario – è lo strumento con il quale vengono definiti gli obiettivi strategici per lo sviluppo del servizio sanitario regionale (SSR), al fine di garantire il diritto alla salute e soddisfare le esigenze di assistenza della popolazione, anche con riferimento agli obiettivi generali del Piano sanitario nazionale (PSN) che, in questo modo, vengono adattati ed attualizzati al contesto regionale (dal sito della Regione Siciliana), ndr- del 2017 con passaggio di competenze alle Asp e con la creazione dei Gruppi appartamento.

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