Annamaria è in vacanza con la figlia, con la quale deve ricostruire il rapporto di madre. È una prostituta che si finge vedova per sottrarsi alla gogna. Il suo modo schivo e riservato, insieme alla sua bellezza, non passano inosservati nella località balneare, frequentata da persone di ogni ceto ed estrazione. Anche l’onesto sindaco, avendola incontrata durante il viaggio, non nasconde una certa simpatia e attrazione per lei. Quando uno dei villeggianti riconosce Annamaria, tenta delle avances e, respinto dalla donna, non esita a divulgarne la vera professione. L’atteggiamento nei suoi confronti cambia radicalmente.
“La spiaggia” è una straordinaria e fondamentale pellicola del cinema italiano, di cui andare fieri. Insieme a “Domenica d’agosto” (1950) di Luciano Emmer, ha dato il via alla commedia balneare di costume. La sceneggiatura è di Alberto Malerba, Charles Spaak e Lattuada stesso, regista sempre attento a descrivere in modo dettagliato un certo conformismo sociale, soprattutto della provincia bigotta, anticipando molto cinema a venire, moderno ancora oggi anche a livello tecnico e di ritmo. Con “La spiaggia” Lattuada mette alla berlina il classismo sociale e il falso perbenismo, un’Italia che, dopo 70 anni, esiste ancora. Troviamo i primi germi del boom economico, che esploderà di lì a poco, e anche tracce di commedia rosa, ma “La spiaggia” resta un melodramma.
L’hotel che fa da sfondo alla storia è un nido di vespe, popolato da arricchiti del dopoguerra (tra cui un Mario Carotenuto perfetto nel ruolo) e altri parassiti, con la povera Annamaria stritolata da questo mondo borghese e annoiato. Quando ormai sta per gettare la spugna, ecco che l’uomo più ricco e influente della riviera la invita a una passeggiata sotto braccio lungo il viale del mare, cancellando un mondo falso e retrogrado. Tra i film più sottovalutati e meno conosciuti della nostra gloriosa storia, “La spiaggia” non è stato scelto a caso tra le 100 migliori pellicole italiane del secolo scorso. Come tutta la filmografia di Lattuada, anche “Mafioso” (1962), disponibile sul nostro sito, è scomodo, affascinante e anche politico.
Il cast include Martine Carol, Raf Vallone nel ruolo del sindaco (uno dei pochi personaggi positivi), Mario Carotenuto e la piccola Anna Pisani. In una breve apparizione in treno si può riconoscere il futuro grande regista Marco Ferreri. Alla sua uscita in sala, “La spiaggia” ha dovuto subire un’interrogazione parlamentare per la scena della doccia di Valeria Moriconi, con il costume a due pezzi, e il film è stato vietato ai minori di 16 anni. “La spiaggia”: cinema italiano ai massimi livelli. Buona visione!
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