Sono passati 70 anni dal radiomessaggio di Papa XII al congresso mariano di Sicilia in cui conferma il miracolo della Lacrimazione di Maria*
“Comprenderanno gli uomini l’arcano linguaggio di quelle lacrime?”: l’interrogativo di Pio XII, espresso il 17 ottobre 1954, risuona ancora oggi, lasciando spazio ad innumerevoli interpretazioni.
Si fa memoria della lacrimazione del quadretto di Maria a Siracusa, l’evento prodigioso, affinché si possa ritornare ad aprire il cuore al mistero delle lacrime. Si guarda all’umile quadretto di gesso, privo di qualsiasi pregio artistico e forse per questa ragione scelto da Dio per lasciare un segno. Si cerca ancora oggi di tenere vivo quell’arcano messaggio che rischia di sbiadire nella memoria e nella fede di Siracusa, città che con la visita di san Paolo, attestata dagli Atti degli Apostoli, come affermò San Giovanni Paolo II nel discorso in piazza Duomo il 5 novembre 1994, “già colma della luce del sole e dell’arte, fu così inondata dallo splendore della fede”.
Oggi è necessario che la memoria di quel prodigio venga rivitalizzata. Sembra urgente recuperare il significato della presenza di Dio tra gli uomini e dei tanti segni straordinari che, nel corso della storia, si sono manifestati per aiutare nel cammino di incontro con Gesù che rimane sterile se non passa attraverso l’incontro con i fratelli.
Il “comprenderanno”, auspicato dall’interrogativo di Pio XII, deve diventare una sollecitazione per la comunità cittadina in modo da attualizzare il messaggio delle lacrime di Maria.
La storia di Siracusa si intreccia con la storia della Chiesa. La Città, fin dalle sue origini cristiane, ha avuto un legame privilegiato con Pietro che inviò come primo vescovo san Marciano (discepolo di Pietro). Nell’evoluzione storica Siracusa ha rivisitato la propria storia: ha rivestito il tempio di Atena della fede in Gesù Cristo e l’ha trasformata in basilica cristiana, ha attraversato il dramma della persecuzione ancora oggi testimoniato dalla fede dei Martiri, è stata capitale dell’impero bizantino, ponte tra Oriente e Occidente, luogo di incontro, accoglienza, scambio, fucina di arte e cultura. Com’è interpellata oggi la Città dalle lacrime di Maria?
Le lacrime di Maria custodiscono il passato, sostengono il presente e guardano al futuro auspicando una comprensione che possa condurre ad una reale conversione.
Viene chiesto un passaggio di qualità nella vita di fede di ciascuno.
I particolarismi, le prepotenze, i giochi di potere affliggono una terra baciata da Dio e, sovente, anche la comunità cristiana si arrende e tace con un’arrendevolezza che diviene spesso connivenza. E se le lacrime di Maria fossero un invito alla vigilanza, all’onestà, alla difesa della verità? Se volessero dire che mancare alla verità è offendere Dio e la dignità umana?
Le condizioni di estrema povertà che conducono migliaia di vite a lasciare la terra di origine per cercare salvezza, lavoro, stabilità, si aggiungono a povertà arrese e radicate. Ma l’habitus dell’accoglienza e della condivisione non è pronto. E se le lacrime di Maria fossero un invito a dilatare il cuore per aprire un varco capace di far passare l’altro. Se le lacrime fossero un grido di aiuto per chi ha la voce spezzata dalla sofferenza e dalla solitudine?
Le tante guerre che seminano morte e distruzione moltiplicano odio, lacerazioni, azzerano la dignità umana. Guerre sostenute dalla civiltà (!) dei produttori di armi che fanno girare l’economia spazzando vite umane. Se le lacrime di Maria fossero silenzioso pianto di chi non ha più voce per implorare la necessità della giustizia e della pace?
Si moltiplicano innumerevoli giudizi su chi è considerato ‘diverso da me’, quindi non degno di rispetto, accoglienza, comprensione. Se si guardasse alle infinite diversità personali e si rispettasse la dignità dell’altro camminando insieme fino a divenire reciproca alterità? Se le lacrime di Maria chiedessero questo?
La mancanza di unità dei cristiani, il difficile cammino (oggi fermo!) sostenuto da personalità straordinarie che hanno solcato strade impervie nell’ultimo secolo e adesso guardano al silenzio dei responsabili delle Chiese è uno scandalo che contravviene all’indicazione di Gesù “perché tutti siano una cosa sola; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv17, 21). E se le lacrime di Maria chiedessero la necessità dell’unità nel rispetto delle diversità?
Nella storica visita di san Giovanni Paolo II a Siracusa, il Pontefice ricordava le lacrime di Maria nelle varie apparizioni “con cui Ella, di tempo in tempo, accompagna la Chiesa nel suo cammino sulle strade del mondo” e ricorda che “Le lacrime della Madonna appartengono all’ordine dei segni”. Forse è necessario reimparare ad accogliere i segni.
Il cuore (uno spazio colmo di Gesù) sorretto dalla mano destra di Maria diventi il faro che illumina il nostro oggi affinché l’interrogativo del “comprenderanno” possa essere sempre un nuovo impulso e le lacrime di Maria possano continuare ad essere fonte che dona la vita.
(*) – Dal numero tipografico di Cammino del 29 agosto 2024