Non possiamo lasciarci sfuggire l’occasione per rendere un doveroso tributo a una pellicola che, in maniera istantanea, è divenuta un classico, amato a tutte le latitudini, e che proprio quest’anno festeggia trent’anni. The Shawshank Redemption di Frank Darabont, tratto da un romanzo non horror di Stephen King contenuto nell’antologia Stagioni diverse, dal titolo Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank, è una novella con la quale lo scrittore del Maine ha voluto omaggiare i film carcerari, un fortunato filone del cinema americano, con riferimenti soprattutto a L’uomo di Alcatraz (già recensito) e Fuga da Alcatraz, con il direttore disonesto, i secondini sadici e carcerati di ogni estrazione e ceto.

Raccontare la trama di un film del genere è semplice, ma nello stesso tempo complicato: meglio entrare a Shawshank direttamente insieme ad Andy Dufresne, che vi arriva nel 1947. “Aveva l’aria di chi sarebbe caduto al primo soffio di vento”, sentenzia Ellis Boyd Redding, per gli amici Red. Questo perché, a differenza dei film sopracitati, Andy non è un duro alla Burt Lancaster o Clint, ma un timido banchiere, per di più innocente, destinato a essere stritolato dal sistema carcerario, un universo che diventa metafora del mondo. Per Andy, l’amicizia con Red e la sua competenza fiscale possono rivelarsi un’ancora di salvezza.

Un film che vive di esperienze e critica sociale, e dimostra come il carcere duro, invece di redimere, annulla. Due sono le innovazioni al genere: il tempo che passa e lo stato sociale del protagonista, vittima di un errore giudiziario. Darabont riesce a essere pragmatico e, autore anche della sceneggiatura, mantiene ben salde le redini della narrazione di un racconto che appassiona. Nonostante la durata, il film riesce a tenere alta l’attenzione dello spettatore. Con trovate geniali, il regista riesce a nascondere piccoli dettagli e particolari che possono sfuggire a una prima visione, ma che, come in un puzzle, salteranno fuori nel clamoroso finale.

Tim Robbins, Morgan Freeman, Bob Gunton, William Sadler e James Whitmore fanno a gara per la palma del migliore. Cinque anni più tardi, sempre da King, Darabont porterà sugli schermi Il miglio verde con Tom Hanks, ma senza la magia de Le ali della libertà. A proposito, se volete scoprire chi era Rita Hayworth, basta guardare Gilda o La signora di Shanghai.

Buona visione!

 

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