Nuovo decreto regionale, chi fa cosa?

È un decreto della Regione Siciliana, esattamente il DRS n. 2559 del 30.9.2024, dell’assessorato della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro, che stabilisce le somme erogate dalla stessa Regione per i distretti socio sanitari isolani in merito ai servizi integrativi, aggiuntivi e migliorativi e servizi Asacom –assistente all’autonomia e alla comunicazione-, per le persone con disabilità classificate gravissime, cioè quelle che oltre ad avere riconosciuto l’art.3 comma 3 della legge 104/92, sono individuate all’interno del D.M. del 26 settembre 2016.

Il distretto socio-sanitario n 48, Siracusa, ha ricevuto euro 143.788, 91 per 97 utenti classificati gravissimi, ma non ha ancora erogato il servizio nelle scuole.

Perché? Ma andiamo per ordine. Dopo varie interlocuzioni con gli uffici e gli assessorati preposti nel territorio comunale da parte di alcune associazioni di persone con disabilità quali l’associazione 20 novembre 1989 e Aipd –associazione italiana persone Down- sezione di Siracusa, quest’ultima associazione ha portato la questione anche in consiglio comunale il 14 giugno scorso, e alla luce del decreto assessoriale sopracitato, ancora niente di fatto dal comune di Siracusa in merito alla nomina dei professionisti Osa –operatori socio assistenziali-, ovvero quelle figure professionali opportunamente formate per assistere igienicamente gli alunni con disabilità nelle scuole.

Il problema, in realtà, è più articolato di quanto non sembri a prima vista.

Secondo l’ultimo contratto nazionale del lavoro per il personale docente e Ata –ausiliari tecnici amministrativi-, all’art 54 nei commi 1 e 4, si fa menzione specifica all’assistenza igienica degli studenti con disabilità. In particolare, come recita il comma 1, “Le istituzioni scolastiche ed educative in relazione alle proprie esigenze organizzative e di servizio possono conferire ai dipendenti, non titolari di incarico di DSGA -direttore dei servizi generali e amministrativi- ed effettivamente in servizio, incarichi specifici della durata di un anno scolastico di natura organizzativa o di responsabilità che, pur rientrando nell’ambito delle funzioni di appartenenza, richiedano lo svolgimento di compiti che comportano l’assunzione di responsabilità ulteriori, rischio o disagio, necessari per la realizzazione del piano triennale dell’offerta formativa, come descritto nel piano delle attività”.

 

Nel comma 4, invece, c’è il chiaro riferimento ai collaboratori scolastici come persone preposte al servizio: “Tra le risorse destinate al conferimento di incarichi di cui al comma 2 rientrano quelle di cui all’art. 40, comma 1, lett. d) del CCNL 19 aprile 2018. Esse saranno finalizzate in particolare per l’Area dei collaboratori per remunerare gli incarichi correlati all’assolvimento dei compiti legati all’assistenza agli alunni -ivi compresi quelli della scuola dell’infanzia e quelli con disabilità- e al primo soccorso. Lo specifico incarico di cui al presente comma è retribuito con un’indennità il cui valore varia sulla base dei criteri definiti in sede di contrattazione collettiva integrativa nazionale tenendo conto del numero di studenti assistiti e delle peculiarità delle attività da svolgere.  In tale sede è possibile prevedere che per il personale titolare di posizione economica l’indennità correlata all’incarico di cui al presente comma sia assorbita, in tutto o in parte, fino a concorrenza del valore della posizione economica in godimento. Il presente comma ha effetti sugli incarichi attribuiti successivamente alla definizione del contratto integrativo di cui al presente comma”.

Una recente Sentenza della Corte Suprema di Cassazione, esattamente la n. 22789/2016, Sesta sezione Penale, come evidenziato nel sito informareunh.it, mostra come il rifiuto dei collaboratori scolastici di prestare assistenza nell’uso dei servizi igienici e nella cura dell’igiene personale agli alunni con disabilità con questo tipo di necessità, possa, in alcuni casi, andare al di là del reato di rifiuto di atti di ufficio, e sfociare anche in quello di lesioni personali.

Ma torniamo a noi. La Regione Siciliana, come scritto in apertura, ci fa sapere che ci sono 5 mln di euro da ripartire tra le province, soldi che spettano ai disabili gravissimi minori.

Ma, allora, chi deve fare cosa? Insomma, quando un bambino con disabilità dovesse essere pulito per un mancato controllo degli sfinteri, chi lo deve pulire? Il collaboratore scolastico o, come si sta pensando di proporre a livello politico, si assegnano ore aggiuntive agli/alle Asacom, così da far svolgere loro le assistenze igienico sanitarie per gli alunni con disabilità? E poi, è sempre netta la distinzione tra una persona con disabilità grave e una persona con disabilità gravissima, circa all’igiene di base?

In ultimo: c’è differenza tra assistenza di base e assistenza igienico personale? Anche qui si va a interpretazione. Per alcuni studiosi del diritto dell’inclusione non c’è alcuna differenza e in particolare, se l’assistenza igienico di base garantita dal personale scolastico opportunamente formato (un tempo, oggi non più), dovesse venire meno, allora intervengono i comuni con gli Osa –operatori socio assistenziali- che svolgeranno un servizio temporaneo fino a quando la scuola non avrà provveduto.

Un’altra interpretazione simile, contenuta in una nota di un ufficio scolastico isolano e riportata da una testata on line che si occupa di scuola, specifica che la prima dovrebbe essere garantita dal ministero dell’Istruzione attraverso il personale preposto, come scritto qualche rigo precedente, la seconda, invece, dovrebbe essere fornita dagli enti locali attraverso apposite figure cioè gli Osa appunto.

La questione rimane aperta ed è spinosa, considerando che l’anno scolastico è iniziato da un mese e che ad oggi per l’assistenza igienica degli alunni con disabilità ci si affida a collaboratori volontari che possono rifiutarsi, in barba alle sentenze e alla convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, come già successo in qualche scuola, privando della dignità della persona i piccoli alunni malcapitati.

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