Innanzitutto la pace. Viviamo tempi difficili. Dal report dell’Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo, pubblicato a gennaio 2024, nella sua dodicesima edizione, a novembre 2023 rilevava: ventitré situazioni di crisi nel mondo; trentuno guerre e dodici missioni Onu. Dal sito www.atlanteguerre.it è possibile tenersi aggiornati. Quindi, con insistenza come in questi ultimi due anni i continui appelli di Papa Francesco, preghiamo invocando l’intercessione di Santa Lucia, presso Dio Padre, chiedendo sostegno anche a Maria con le sue lacrime, invochi il Figlio Gesù.

Ma purtroppo non è l’unica cosa che possiamo (dobbiamo) chiedere a Santa Lucia come nostra Patrona. Ciclicamente la Sicilia, e nello specifico, il nostro territorio provinciale soffre per il lavoro. La vicenda Eni Versalis, con l’indotto, ultima tegola su tante famiglie, in ordine di apparizione.

Gli anni settanta /ottanta nella zona industriale, quello che è identificato come il polo petrolchimico, sono stati del boom delle assunzioni e della nascita di relative attività e servizi artigianali, meccanica di precisione, manutenzioni, ecc., il cosiddetto indotto, quindi attività imprenditoriali sviluppatesi attorno alle necessità delle aziende del “nord”. Aziende che negli anni per varie motivazioni sono state “costrette” a reinventarsi: altri investitori, altri progetti,  perdendo di risorse umane, perdendo pure “l’identità italiana”. Ad oggi dobbiamo pure rilevare che le più grandi aziende del polo petrolchimico Siracusa, Priolo, Augusta sono del sud e del nord dell’Africa, Cipro… viene spontaneo farsi alcune domande, vuoi per la globalizzazione e la fluidità /fragilità dell’economia mondiale: Quale la visione futura di queste aziende? Quale il piano industriale a medio e lungo termine? Come gestire il cosiddetto butterlfy effect? La guerra in Ucraina ha messo in discussione per l’intera europa l’approvvigionamento di gas naturale, di grano, di petrolio… per dirne alcune. La politica italiana, locale/regionale/nazionale, quali strategie ha intrapreso e intende intraprendere per l’economia in generale e la “protezione” di tante famiglie coinvolte se le aziende dovessero decidere improvvisamente altro? Se già per le due province siciliane Ragusa e Siracusa si teme il peggio, vedi Eni Versalis, quali le garanzie a protezione delle centinaia di famiglie, soprattutto quelle del cosiddetto indotto?

Per poter sperare in un futuro, occorre avere una visione lungimirante, di “alta politica”, da concordare con tutte le parti sociali di settore, le società industriali e l’indotto, al fine di formulare una programmazione a media e lunga scadenza. Per continuare ad investire, non guardando solo al profitto, ma in ordine alle risorse umane, ai nuclei familiari, che di fatto fanno girare l’economia, poi alla formazione delle nuove generazioni ed evitare emigrazioni e spopolamento / impoverimento dei territori. Dall’altro, la conseguenza della crisi occupazionale comporterebbe anche un aumento della economia sommersa, dei prestiti a usura, lavoro in nero ed altre situazioni che non darebbero modo poter sperare in un lavoro dignitoso con tutte le tutele ad esso connesse. Evidentemente nella visione lungimirante sarebbe auspicabile: per le industrie, per la classe politica e sindacale, azioni concrete per la transizione energetica, alla bonifica ambientale dopo anni di “sfruttamento del territorio” e, attrarre nuovi fondi e nuovi investimenti per una maggiore sostenibilità… ecc.

Come stimolo alla speranza prendo in prestito due frasi del discorso del Papa nei giorni scorsi: “Ma non dimentichiamo che la Sicilia è la patria delle sante martiri Agata e Lucia, che sono state “seme” di fede robusta, capace di rinnovarsi e di generare sempre nuovi testimoni, come ad esempio, nel nostro tempo, i Beati Giuseppe Puglisi e Rosario Livatino”; e ancora: “La vostra terra ha bellezze naturali e artistiche meravigliose, purtroppo minacciate dalla speculazione mafiosa e dalla corruzione, che frenano lo sviluppo e impoveriscono le risorse, condannando soprattutto le aree interne all’emigrazione dei giovani. La mafia sempre impoverisce, sempre. La Sicilia ha bisogno di uomini e donne che sappiano guardare al futuro con speranza e formino le nuove generazioni ad essere libere e trasparenti nella cura del bene comune, per debellare povertà antiche e nuove. Guardo a voi, giovani, e vi dico: in Cristo «diventiamo capaci di relazionarci in modo sano e felice e di costruire in questo mondo il Regno d’amore e di giustizia. Il nostro cuore unito a quello di Cristo è capace di questo miracolo sociale» (Lett. enc. Dilexit nos, 28). E lavorate perché i giovani che vanno a studiare fuori tornino. Che la Sicilia non perda il sangue giovane, che è andato a studiare!” (Papa Francesco, discorso alla comunità dello Studio Teologico San Paolo di Catania, Città del Vaticano, sala Clementina, 6.12.2024)

Cosa possiamo dire in forma di preghiera a Santa Lucia per le tante fragilità: sociali, economiche, le guerre, i migranti, la disoccupazione, i femminicidi, le cure mediche rinviate per difficoltà economiche, la solitudine degli anziani, la corruzione ed il fenomeno mafioso…

Il messaggio del prossimo giubileo è «Spes non confundit», «la speranza non delude» (Rm 5,5). Santa Lucia ha vissuto questa speranza, non come stato d’animo positivo, mi viene da pensare alla canzone di Jovanotti “io penso positivo perché son vivo”… o un sano ottimismo, un rialzarsi dopo una brutta caduta o nell’andare contro corrente, per migliorare l’ambiente disastrato per mancanza di etica e morale.

Per l’apostolo Paolo, la speranza è impersonata dalla presenza di Cristo, a configurarsi alla Sua persona “rivivendone” i sentimenti e, tradurre nella vita quanto acquisito dal Vangelo e dall’incontro personale con il Cristo. Questo, uno dei segni del martirio che ha guidato la nostra Santa.

Potremmo immaginare il nostro cammino di speranza come i due discepoli di Emmaus: che da delusi, nel loro cammino di ritorno, avviene una “conversione” e diventano missionari della lieta notizia. Non solo nell’orizzonte spirituale, ma anche per quello presente.

E’ questo il messaggio della Chiesa oggi, di Santa Lucia e dei tanti martiri nel tempo. L’intreccio tra compimento e anticipazione che fonda la certezza della speranza. Il già e non ancora che troviamo pure nella Prima lettera di Pietro “pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi”. (3, 15)

Rendere Ragione non nella accezione della speculazione filosofica, per dimostrare le proprie ragioni, qui l’apostolo intende  ricostruire i rapporti e le relazioni per accorciare le distanze, colmare il divario e scavalcare gli steccati, che il peccato insinua in noi. Ancora: il “rendere ragione” invitava tutti i primi cristiani, ma anche quelli di oggi, a imitare la mitezza nel martirio da parte di Cristo. Capace di cambiare la propria vita ed il mondo.

Potremmo ancora aggiungere che nella prima lettera l’autore suggerisca una sorta di discernimento nel contesto storico, vuoi anche perché la lettera non era indirizzata ad una comunità geograficamente definita, ma a tutti i credenti che sparsi nei diversi luoghi dell’impero, vivendo il presente si sentissero uniti al Cristo e, fiduciosi nella vita eterna.

Queste alcune delle riflessioni e preghiere  che potremmo vivere e presentare a Santa Lucia in questi giorni di festa. Facendoci carico non solo delle nostre fragilità, ma anche quelle del nostro territorio e di tanti altri che, ciascuno nel proprio cuore, invoca la Santa per sperando di essere esauditi. Dall’altro la preghiera ci educa pure a discernere i talenti ricevuti e a metterli a frutto per il bene comune.

Invocare Santa Lucia, quindi, per “illuminare le menti” di quanti hanno responsabilità nei diversi livelli di governo della nostra terra; pregare per essere fortificati nell’impegno e nella responsabilità civile e sociale: per una “ecologia integrale” (Laudato si, nn. 49. 111. 139. 155); ricevere ulteriore luce per custodire la nostra casa comune (Ls, cap I).

Preghiera che certamente non si limita solo a chiedere, ma anche a lodare e, ringraziare il Signore per i benefici ricevuti, piccoli e grandi.

Buona festa a tutti

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