Zelensky, “siamo contenti di non essere soli”
Mentre i capi di Stato e di governo dell’Unione europea sono chiusi in conclave a Bruxelles per discutere di Ucraina e difesa, presente anche il presidente Zelensky, si registra la consueta ridda di voci, messaggi sui social, mezze parole dagli sherpa delle delegazioni nazionali, bozze di documento finale del vertice straordinario. Volodymyr Zelensky ha affermato: “Siamo contenti di non essere soli: sentiamo la vostra vicinanza e grazie per il vostro nuovo programma a favore della sicurezza europeo”, facendo riferimento al piano ReArm proposto dalla Commissione europea. Piano che suscita vasto interesse anche se il titolo, che richiama il riarmo, non è piaciuto a molti leader di Stati membri.
La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che ha steso il piano, ha affermato oggi: “È un momento spartiacque per l’Europa e così per l’Ucraina. L’Europa affronta un pericolo chiaro e deve essere in grado di proteggersi, di difendersi, così come dobbiamo mettere l’Ucraina in una condizione per proteggersi e spingere per una pace duratura e giusta. Vogliamo una forza pacifica, ed è per questo che oggi presento ai leader il piano di ReArm Europe”. Piano che, ha sottolineato di nuovo, “prevede fino a 800 miliardi di euro per investimenti nella difesa. Offre agli Stati membri uno spazio fiscale per investire nella difesa, la possibilità di investire nell’industria della difesa ucraina o di acquisire capacità militari che vanno direttamente all’Ucraina”.
Tra i più corteggiati dai giornalisti il Presidente francese, Emmanuel Macron, che nei giorni scorsi ha proposto di mettere a disposizione dell’Europa la forza nucleare del suo Paese in chiave di deterrenza. “La nostra Europa possiede la forza economica, la potenza e i talenti per essere all’altezza di questo tempo”, ribadisce oggi. Ha apprezzato la proposta il premier polacco Donald Tusk, da sempre schierato sul fronte del riarmo, benché, ricorda, la necessità di muoversi assieme agli Usa.
Fuori dal coro rimangono Ungheria e Slovacchia; posizioni attendiste da Germania, Italia e altri Paesi balcanici. A favore del riarmo gli scandinavi e i baltici.
Tusk ha dichiarato: “Oggi tutto deve essere coordinato. Le capacità difensive di ciascun Paese europeo dovrebbero diventare parte di un insieme più grande. Come realtà unita, l’Europa è in grado di vincere qualsiasi confronto finanziario, economico o militare con la Russia”.
Dal canto suo il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, segnala: “Difesa aerea, armi e munizioni per l’Ucraina, consegne tempestive, rafforzamento dell’industria della difesa ucraina, negoziati di adesione all’Ue, necessità di aumentare la pressione delle sanzioni sulla Russia e lotta contro l’elusione delle sanzioni, tutto questo era tra i temi affrontati oggi”. “Sono grato per tutto il sostegno sulla strada verso una pace giusta e duratura. È molto importante che gli ucraini non siano soli: lo sentiamo e lo sappiamo”.
La Russia non sostiene l’idea di una tregua di un mese nella guerra in Ucraina: lo ha dichiarato la portavoce della diplomazia russa, Maria Zakharova, citata dall’agenzia Interfax. “Ci deve essere un accordo fermo sulla soluzione finale. Senza questo, qualsiasi pausa o riorganizzazione è completamente inaccettabile perché porterebbe al risultato opposto”, ha detto Zakharova. La portavoce del ministero degli Esteri russo ha affermato che, a suo parere, l’Ucraina potrebbe usare la pausa nei combattimenti “per rafforzare il suo potenziale militare” e che, “in questo scenario, il conflitto” riprenderebbe “inevitabilmente con rinnovata intensità”.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz dal canto suo, arrivando al vertice, ha affermato: “È molto positivo che il Presidente ucraino abbia chiarito di poter immaginare che ora le armi tacciano in aria, in mare, per gettare le basi per un cessate il fuoco e uno sviluppo pacifico. La cosa più importante è che l’Ucraina rimanga una nazione sovrana, indipendente e democratica. E questo sarà anche un compito a cui dovremo dedicarci qui. In particolare, ribadendo che il percorso dell’Ucraina verso l’Ue può proseguire senza cambiamenti e garantendogli il nostro sostegno, ma anche assicurando che un’Ucraina democratica e sovrana abbia una forte difesa nazionale e un forte esercito”.