Un focus sulle persone nello spettro autistico si è svolto il 2 aprile u.s., nella giornata mondiale a loro dedicata, alle ore 15:30 presso l’istituto “O.M. Corbino” di Siracusa.
Dopo i saluti della dirigente scolastica Lilly Fronte è intervenuta l’assessore alle politiche scolastiche del comune di Siracusa la dirigente scolastica Teresella Celesti, che ha messo in risalto “Quanto sia importante fare il punto della situazione in giornate come queste, per non fare rimanere indietro nessuno”. Successivamente è stata la volta della dottoressa Patrizia Magnano che ha portato i saluti della dirigente dell’assessorato regionale alla Famiglia Maria Letizia Di Liberti. L’intervento di apertura al tema trattato durante i lavori successivi è stato svolto dalla dottoressa Carmela Tata, garante regionale per i diritti delle persone con disabilità, la quale ha iniziato a parlare del profilo di funzionamento. “Il profilo di funzionamento di cui parlerà il relatore di oggi –ha spiegato la garante- nasce dalle linee guida nazionali, grazie alla collaborazione dello stesso dottor Buono qui presente e della dottoressa Zagaria. La sanità sta cambiando e sta diventando sempre più di prossimità –ha aggiunto- così come il concetto di salute, sempre più incentrato sugli aspetti bio-psico-sociale”. Nel 2021 è stata redatta la legge delega sulla disabilità e nel 2024 ci sono stati i decreti attuativi, vedi Dlgs 3 maggio n 62 del 2024. La dottoressa Tata ha continuato parlando dei progetti di vita e in particolare: “Il Pei –piano educativo individualizzato, ndr- è una parte del progetto di vita –ex art 14 della legge n. 328/2000, oggi L. n. 112/2016, ndr- . Il tutto –ha concluso- si unisce nel profilo di funzionamento, documento che ci fa conoscere i punti di forza e di debolezza della persona con disabilità interessata”. Di inclusione quale “processo sistemico che impatta sulla comunità scolastica che include tutti, dagli studenti al personale ATA” ha parlato la prof.ssa Marinella Muscarà, direttrice del Dipartimento di studi classici, linguistici e della formazione della Università degli studi di “Kore” di Enna e componente del Glir –gruppo di lavoro interistituzionale regionale, ndr- che ha messo anche in evidenza alcuni dati dell’osservatorio nazionale sull’autismo e precisamente: “I maschi nello spettro autistico sono 4,4 in più rispetto alle femmine –ha illustrato-. Nel 2018, 1 alunno su 44 presentava disturbi nello spettro autistico, mentre nel 2020 siamo a 1 su 36”.
Il seminario è entrato nel vivo con l’intervento del prof. Serafino Buono, direttore di Uoc –unità operativa complessa, ndr- di psicologia Irccs –istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, ndr- Troina (En), oltreché professore associato di psicologia clinica, dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università “Kore” di Enna.
Buono è partito dal passato per arrivare all’oggi: “In passato –ha esordito- si credeva che la causa dell’autismo dei figli fosse la mamma (causa psicogena). Oggi si propende per l’interpretazione neurobiologica, ovvero l’autismo deriva da una alterazione del sistema nervoso centrale. Lo studio dell’autismo dimensionale e non categoriale, studia e coglie varie sfaccettature”.
Il professore ha citato il Dlgs n. 62/2024, sottolineando il principio di autodeterminazione e di partecipazione attiva delle persone con disabilità e ha continuato snocciolando alcuni numeri nel merito: “In Italia, secondo uno studio pubblicato dall’Iss –istituto superiore di sanità-, abbiamo 1 bambino su 77 nello spettro autistico. Nel 2023 si è visto che la situazione riguarda l’1% della popolazione mondiale e negli USA il rapporto è 1:68 bambini di 8 anni. In Danimarca e Svezia –ha continuato il professore- il rapporto, secondo dati del 2015, è di 1:160”.
Lo studioso ha continuato mettendo in risalto quanto ancora non si conosce e si sta cercando di studiare: “Ad oggi –ci ha detto Buono- non si conosce l’eziologia dell’autismo. Dalla genetica, si sta cercando di passare alla epigenetica, cioè l’anello mancante tra la genetica e l’ambiente. Quest’ultima studia i fattori ambientali che influiscono sul funzionamento del DNA come l’inquinamento, l’acido folico, la depressione, etc… L’autismo deve essere visto anche in chiave di neurodiversità, perché non per forza è un disturbo, sebbene il 70% delle persone con autismo ha altri disturbi come, ad esempio, la coordinazione motoria”.
Lo psicologo ha poi evidenziato come si sia ragionato al contrario in quanto alla redazione delle linee guida sul profilo di funzionamento: “L’iter che si segue per una certificazione dello spettro autistico è il seguente: l’Asp certifica, attraverso la diagnosi, la condizione della persona nello spettro autistico, dunque l’Inps procede con l’accertamento medico legale, l’Uvm –unità di valutazione multidisciplinare, ndr- prosegue con il profilo di funzionamento insieme alla famiglia e alla scuola. In ordine, dunque, abbiamo il profilo di funzionamento, il progetto di vita e il Pei. Noi in Italia abbiamo fatto prima le linee guida per i Pei e successivamente, quelle per il Profilo di funzionamento quando, invece, doveva avvenire proprio il contrario”.
Il professore si è poi soffermato a parlare di due sindromi quali quella di Down e quella di Williams, riguardo alle abilità visuo-spaziali messe a confronto col linguaggio, per sottolineare ancora una volta come l’approccio bio-psico-sociale e dunque olistico dell’essere umano, la multidimensionalità nello studio, ovvero la collaborazione tra più professionisti, il miglioramento dei supporti intesi anche come risorse economiche e politiche sociali e infine, l’utilizzo di un modello inclusivo che riguarda tutta la società, possano migliorare lo stato della persona interessata, le condizioni di vita e la sua inclusione sociale.