Che succede ai giovani cresciuti a pane e social?

Sanguinose paratorie a Palermo, a Francofonte, aggressioni ad Avola e, adesso, il ripetersi di violenze a Siracusa ai danni di anziani, come già avvenuto in passato nella zona di viale Santa Panagia.

Anche quest’ultimo caso aretuseo ha dell’incredibile: cinque minorenni, di circa diciassette anni, hanno preso di mira un anziano nella sua abitazione, colpevole solo di essere indifeso, e per mesi lo hanno bullizzato all’inverosimile: picchiato, drogato, espropriato della propria casa.

Avola ha già iniziato a reagire con una manifestazione pubblica per dire “no alla violenza”: un inizio, certo, ma adesso pare sia arrivato il momento di svegliare anche il capoluogo di una provincia già segnata dalla desertificazione giovanile. Una provincia che non può permettersi di veder crescere così i propri figli.

Serve una mobilitazione civica, e non solo: e al più presto. Se l’appello non arriverà dall’Amministrazione cittadina, dovrà essere ancora una volta la cosiddetta società civile a prendere l’iniziativa.

 

 

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