Gli operai della messe inviati da Gesù
Gesù sceglie, chiama e invia. Sempre. Dopo aver costituito il gruppo dei primi dodici apostoli, per stare con lui e cooperare insieme a lui alla predicazione della sua lieta notizia, accoglie e coinvolge nuovi collaboratori.
Gesù ama condividere la propria missione coi discepoli, che lo seguono volentieri e accettano la sfida di investire tempo ed energie a servizio della sua stessa passione: l’annuncio gioioso dell’amore e della vicinanza di Dio!
Gesù desidera circondarsi di amici che si mettano in gioco per diffondere nel mondo la sua Parola, e testimoniare la bellezza di averlo incontrato, fiduciosi nel sostegno dello Spirito Santo che li accompagna confermando la Parola con la potenza dei suoi segni: la liberazione dal male e la guarigione dalla sofferenza.
E i suoi discepoli intraprendono questa avventura con ardore, camminando sulle strade del mondo col coraggio anche di essere respinti, rifiutati, ostacolati o persino perseguitati. La loro gioia è tornare da Gesù per raccontargli tutto ciò che hanno vissuto.
Il Vangelo di oggi è il resoconto appassionato di un’esperienza missionaria, una scommessa basata sulla carta vincente dell’invio suadente di Cristo: il Maestro sceglie una settantina tra coloro che seguono più assiduamente i suoi insegnamenti.
Il numero esatto dei componenti del gruppo oscilla tra 70 e 72: i commentatori del Nuovo Testamento hanno tentato di individuare un significato simbolico in questo numero, ad esempio ipotizzando che corrispondesse al numero delle nazioni del mondo allora conosciuto, per indicare un ideale invio a tutta l’umanità.
Ma nell’Antico Testamento esiste già, in realtà, un precedente di questa oscillazione tra le due stesse cifre: nell’undicesimo capitoli del libro dei Numeri, si narra che Dio chiese a Mosè di radunare settanta uomini scelti tra gli anziani del popolo d’Israele, durante il cammino dell’esodo dall’Egitto nel deserto, e farli presentare davanti alla sua presenza presso la tenda del convegno.
Mosè dunque radunò effettivamente settanta anziani e Dio fece posare su di essi il suo Spirito, infondendo in loro un carisma profetico. Ma tale investitura si estese imprevedibilmente anche ad altri due uomini in più, che invece si trovavano nell’accampamento, accrescendo così il numero dei profeti da 70 a 72.
Nell’episodio evangelico della Messa odierna, Gesù costituisce un gruppo di nuovi profeti animati dallo stesso Spirito, inviandoli a due a due davanti a sé, per preparare il suo arrivo in ogni città e villaggio, e raccomandando loro: «Guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”» (Luca 10,9).
Una missione più delicata e capillare attende questi nuovi inviati, rispetto ai primi profeti radunati da Mosé: dovranno compiere, grazie alla fede in Gesù che li colmerà con potenza di Spirito Santo, un’opera di contrasto dell’avanzamento delle insidie malvagie dei demoni nel mondo, lottando contro il satana per vederlo sconfitto dal trionfo di Dio.
«Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli» (Luca 10,18-20).