Una Diocesi metropolitana, una provincia regionale (con 21 Comuni da amministrare), una città capoluogo: non è facile analizzare, in uno spazio contenuto, come siano cambiate negli ultimi 37 anni. Ne sono accaduti di eventi in questo arco temporale: trasformazioni, svolte, accadimenti – inerenti sia l’ambito ecclesiale che quello civile – e il nostro settimanale ha cercato di raccontarli, commentandoli, attraverso una chiave di lettura sempre fedele alla sua ispirazione.

Riavvolgendo il nastro della memoria, a partire dalla nostra Diocesi, sono tre gli Arcivescovi che l’hanno retta in questo arco temporale: Calogero Lauricella (fino al 20 giugno 1989), Giuseppe Costanzo (fino al 12 settembre 2008, ancora oggi Vescovo emerito) e Salvatore Pappalardo (attuale Arcivescovo). Sul loro sostegno e incoraggiamento, Cammino ha potuto contare; e, reciprocamente, questi presuli hanno potuto fare affidamento sull’impegno personale e oblativo di tre grandi presbiteri della nostra Diocesi, che hanno concluso la loro vita terrena, tornando nel seno del Padre, nell’arco degli ultimi 12 anni: Sebastiano Gozzo il 10 dicembre 2007, Alfio Inserra il 17 dicembre 2011 e Giuseppe Lombardo il 18 luglio 2019. E ogni volta, dopo la comprensibile pausa di impasse conseguente alla perdita della sua conduzione e guida spirituale, e dopo la necessaria fase riorganizzativa, il settimanale ha ripreso il suo “cammino” (nomen omen: il presagio di un nome!).

Passando alla Provincia regionale di Siracusa, paradossali appaiono le sue vicissitudini. Al vertice di questo Ente intermedio previsto in Costituzione, a partire dal 1994 con l’elezione diretta dei Presidenti, si sono succeduti Mario Cavallaro, Bruno Marziano e Nicola Bono. E dopo? Solo commissari straordinari, perché nel frattempo la nostra Regione guidata da Crocetta s’è intestata “orgogliosamente” il primato nazionale della cancellazione delle province siciliane (senza completare la riforma con l’istituzione dei Liberi consorzi e delle aree metropolitane): un primato infausto che, dal 4 agosto 2015, le ha portate sull’orlo del default, con i tagli intervenuti (a fronte del mantenimento delle competenze) che hanno alleggerito i bilanci, lasciando in abbandono strade provinciali e scuole secondarie e messo in crisi gli organici.

Infine il comune capoluogo. Negli stessi anni di vita del settimanale, sono sedici i Sindaci che si sono succeduti alla sua guida: 10 eletti dal Consiglio comunale (Brancati, Tirantello, Salvo, Spagna, Lo Bello, Barberi, Bandiera, Gilistro, Cirillo e Di Raimondo), e 6 eletti direttamente dai cittadini (Fatuzzo, Dell’Arte, Bufardeci, Visentin, Garozzo, e Italia). Oltre a 3 brevi parentesi di Commissari prefettizi (Manno, Mirabella, Giacchetti). Com’è naturale, nell’ordine delle cose, si sono alternate luci ed ombre, eventi felici e altri meno fortunati.

Per incoraggiarci cominciamo dai primi. Alcuni eventi hanno rivestito un particolare rilievo, in ambito sia ecclesiale che civile. A partire dalla visita pastorale del papa santo Giovanni Paolo II (nel novembre 1994) per la dedicazione del Santuario della Madonna delle lacrime.

Nella sua prima visita in Sicilia era andato nel Belice e a Palermo il 20-21 novembre 1982. Ed è proprio in quella circostanza che vide la luce il primo numero del settimanale Cammino, che titolò “Ti attendevamo da duemila anni”. Quando poi, nel 1994, il pontefice arrivò a Siracusa, erano ancora aperte le ferite di eventi drammatici: le stragi mafiose di Capaci (23 maggio 1992) e di via D’Amelio (19 luglio 1992), in cui persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E il 9 maggio 1993 Giovanni Paolo II, in visita alla Valle dei Templi di Agrigento, pronunciò il suo gridò ai mafiosi: «Convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio!». Un grido che fu come un “punto di non ritorno” della Chiesa nei confronti della mafia, che lo ritenne un’offesa da vendicare: meno di un anno dopo, il 27 luglio 1993, la mafia fece esplodere, con due autobombe, circa trecento chili di tritolo davanti alla basilica di San Giovanni in Laterano ed alla chiesa di San Giorgio al Velabro, e il 15 settembre 1993 uccise don Pino Puglisi nella borgata palermitana di Brancaccio. Perché la vendetta è il linguaggio della mafia.

Ed è con ancora nel cuore questi eventi che papa Giovanni Paolo II, il 5-6 novembre 1994 compie la sua visita a Siracusa, e le sue parole – rivolte nei diversi incontri – più volte vi faranno riferimento, per infondere speranza e voglia di riscatto civile. Una presenza, la sua, che segnerà indelebilmente la chiesa e la società siracusana.

Altri due eventi straordinari si verificano nei due decenni successivi. Il corpo di Santa Lucia arriva da Venezia per due volte a Siracusa (nel 2004 e nel 2014). Solenni esposizioni e processioni si alterneranno nelle celebrazioni, con una partecipazione commossa dell’intera cittadinanza nei confronti della sua patrona.

Sul versante civile, si registrano due risultati di prestigio per il territorio. Il primo riguarda l’istituzione, da parte del Ministero dell’Ambiente, con Decreto del 15 settembre 2004, dell’Area marina protetta del Plemmirio. L’area, definita “specialmente protetta di importanza mediterranea”, sita in località Penisola Maddalena-Capo Murro di Porco, ha una estensione di circa 2.500 ettari, e la costa interessata si estende per più di 14.000 metri.

Il secondo è inerente all’inserimento, nel luglio 2005, di Siracusa, unitamente alle Necropoli rupestri di Pantalica, fra i siti Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Si tratta del 40° sito italiano (il 5° siciliano) che ottiene questo prestigioso riconoscimento.

Fin qui la memoria delle luci e degli accadimenti più felici, e ci piacerebbe poter ricordare solo quelli.

Per completare il quadro è doveroso dedicare solo brevi note anche alle ombre ed agli eventi meno fortunati che hanno segnato questi anni. E non ci riferiamo solo alle condizioni socio-economiche, alla povertà assoluta o relativa delle famiglie, alla perdurante crisi occupazionale, ai giovani costretti a partire alla ricerca di un lavoro, alle problematiche ambientali, alla precarietà dei servizi, che fanno permanere Siracusa nelle basse classifiche pubblicate dal Sole 24Ore.

No, purtroppo, Siracusa è balzata tristemente alle cronache dei media nazionali per ben altre ragioni.

In primo luogo per le incredibili vicende di mala-giustizia che hanno visto protagonisti spregiudicati avvocati, procuratori corrotti, giudici pagati aggiusta-sentenze, consulenti e CTU prezzolati,..che hanno partorito il nome infamante  di “Sistema Siracusa”.

In secondo luogo, per la vicenda che ha coinvolto 12 fra consiglieri comunali e imprenditori locali, per la truffa inerente le false assunzioni e i rimborsi illeciti percepiti dal Comune.

Infine, per la paradossale vicenda dell’annullamento dei risultati elettorali in 9 sezioni, con cui il TAR avrebbe riaperto la competizione per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale (sentenza poi sospesa dal CGA).

Comunque vada a finire, il nostro auspicio è che questa città possa risollevarsi e riprendere il suo “cammino”, guardando avanti, magari ripartendo dal coinvolgimento di Renzo Piano e della sua équipe con il progetto di “rammendo delle periferie” che li vede protagonisti.

 

 

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