“Riprendiamoci l’idroscalo” è il titolo del convegno che ha lanciato una nuova proposta per la riqualificazione urbana di Siracusa. Il tema del convegno è stato la smilitarizzazione dell’intera area che va dai Pantanelli al molo sant’Antonio, al fine di ridare a Siracusa il mare negato da decenni. L’incontro aperto a tutti ha visto una nutrita partecipazione di cittadini e la presenza di politici. Il comitato è stato coordinato dall’ingegnere Pucci La Torre, e formato dalla professoressa Zaira Dato dell’Università di Catania, dal filosofo Roberto Fai, da padre Rosario Lo Bello e dall’ingegnere Ruscica.
Il motivo del convegno, sentito nella nostra città dalla mancanza di spazio a mare formato da spazi e da edifici sottoutilizzati dentro l’area che costeggia via Elorina, inizia nei pressi dei Pantanelli per arrivare al molo sant’Antonio; l’area è nota come “l’Aeronautica” per via della presenza prima di una stazione radar appunto dell’Aeronautica (ora trasferita a Noto), e per una precedente limitata presenza dello scalo aeronautico (qualcuno fra cui lo scrivente, piccolissimo fra le braccia della mamma, utilizzò l’idrovolante per andare da Siracusa a Tripoli); l’area – ed è l’aspetto più controverso – vanta ancora da parte di enti un’importanza militare, ricordando tuttavia che è proprio l’aeronautica a dargli una valenza storica ancor oggi suggestiva.
A me sembra un interesse che, in mancanza di una adeguata programmazione, di fatto neghi a Siracusa quel mare che fa dimenticare, a turisti e non, che Siracusa è una città di mare e che lo sviluppo richiederebbe un water front all’altezza della città.
Se ne parla da decenni ma Siracusa non riesce ad avere quest’area che potrebbe accogliere un ingresso veicolare, pedonale e una pista ciclabile al passo del turismo, come ha proposto don Lo Bello. L’area la cui superficie è di 42.000 metri quadrati snellirebbe il traffico in entrata (lato sud-ovest e per intenderci lato Ex Spero) e porterebbe auto, pedoni e ciclisti all’inizio di Ortigia; un bel respiro e un’immagine di sviluppo per Siracusa che fino ad oggi è costretta a sognare lungomare, ingressi ariosi, percorsi fra piante e nuovi edifici. Non sono mancati progetti e proposte, che a Siracusa, hanno il sapore di sogni.
Da ricordare che nel recente passato lo sbocco al mare era stato proposto con ben due porti turistici sul porto grande, grazie ad interventi privati, tutti bloccati dalla incapacità della città ad armonizzare i vari interessi che possono concorrere a fare crescere una città.
L’intervento di vari politici del passato, purtroppo ha evidenziato lo stato conflittuale che aleggia in questa città; sembra tutto così ingarbugliato, il risultato è l’immobilismo del quale cittadini e professionisti pagano lo scotto.