Non di solo pane
I più “storici” di voi ricorderanno che nel 2015, in occasione di Expo Milano – Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita, ebbi il privilegio di essere l’inviata di Cammino sul quale fu pubblicata una serie di articoli intitolata “Diario dall’Expo”. Tra i padiglioni più interessanti e di maggior impatto emotivo figurava anche il Padiglione della Santa Sede chiamato proprio “Non si solo pane”. Il padiglione illustrava il cibo come valore primario nella vita degli uomini, da sempre oggetto di riti, simboli, racconti, calendari e regole ma anche strumento per conoscere la propria identità e costruire relazioni con il mondo, il creato, il tempo e la storia. Sulle pareti esterne, campeggiavano due frasi : “Non di solo pane vive l’uomo” e “Dacci oggi il nostro pane” scritte in tante lingue e alfabeti del mondo a significare come il cibo sia non solo nutrimento per il corpo, ma gesto del nutrire che diventa pasto e convivium, momento di incontro e di comunione, di educazione e di crescita. All’epoca, Papa Francesco in persona scelse alcune parole che individuavano le ragioni della fame: armi, complicità, ingiustizia, disequilibrio, sfruttamento. Sul fondo della sala, inoltre, era esposta la tela originale de L’Ultima Cena di Tintoretto a sottolineare il rapporto profondo tra cibo e arte.
Il titolo della rubrica, dunque, vuole essere un omaggio a quella visione ma vuole, al contempo, sintetizzare l’approccio concettuale con il quale ci rapporteremo al cibo. Parleremo di storia e tradizioni, di ricette ed usi alimentari, di salute e sostenibilità, di arte e cultura, di politica, economia ed etica.
E cercheremo di farlo in modo gradevole e leggero perché, come scrisse Italo Calvino, “leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”. Noi non vogliamo macigni sul cuore, vogliamo scrivere (e vivere, e mangiare) in letizia ma consapevolmente. Con la consapevolezza che il Pane non è solo ciò che portiamo in tavola e che le nostre scelte alimentari producono effetti sull’Uomo e sulla Terra e che sta a noi scegliere, con il Pane quotidiano, la natura di tali effetti.
“Panis angelicus fit panis hominum, dat panis caelicus figuris terminum” (il pane degli angeli diventa pane degli uomini, il pane del cielo dà fine a tutte le prefigurazioni)