E’stato presentato anche a Siracusa il libro “Con gli occhi di Sara-un padre, una figlia e l’autismo” di Davide Faraone; l’autore del libro è anche Presidente della Fondazione Italiana Autismo (un organismo che ingloba associazioni che si occupano di questa disabilità, che promuove consapevolezza del disturbo, punto di riferimento per famiglie, insegnanti, territori). Un libro intimo che mette a nudo le esperienze di padre e di uomo politico guardando il mondo con occhi separati da ogni pregiudizio. L’ autore ha spiegato cosa è per lui il concetto di felicità; in che modo si approcciano le istituzioni: scuola, politica nei confronti delle tematiche sulla disabilità; l’esperienza personale di padre nei confronti dell’autismo. “Racconto un’altra felicità, essere papà di una persona con disabilità non nega la felicità, costruisce un’altra felicità. Prima di scoprire l’autismo ero un papà che avevo in mente un percorso di vita con mia figlia, un percorso di vita ordinario. Anche io pensavo per lei un percorso di studi, di successi: successi lavorativi, il matrimonio; quindi misuravo il mio grado di soddisfazione, il mio grado di felicità rispetto a queste conquiste ma quando io ho scoperto l’autismo e, quindi, ho capito che non sarebbero stati quelli i miei parametri di soddisfazione, i parametri di costruzione di percorsi per le soddisfazioni di mia figlia; non è che ho perso la valutazione e la quantificazione della felicità ne ho trovate in altre conquiste di mia figlia: avere imparato ad allacciarsi le scarpe da sola, l’avere imparato a stare seduta a tavola con me a mangiare una pizza, l’aver costruito con sacrifici quelle basi a scuola che poi hanno consentito di imparare a disegnare o quando mi ha mandato il primo messaggio su whatsapp. Il grado della misura della mia felicità non è assolutamente inferiore al grado della misura della felicità degli altri padri o delle altre mamme ma è un’altra; non è la mia inferiore quindi questo vuol dire che è un libro che trasmette speranza perché chi pensa al racconto drammatico e basta rimane deluso. Chi invece pensa al fatto che io sono riuscito a costruire percorsi di valorizzazione della felicità, sono riuscito anche a scoprire e a valorizzare tutti i sentimenti grazie a Sara. Il filo conduttore del libro che Sara molto più deve a me che quanto io a lei e questi percorsi raccontati hanno in me diciamo la speranza di riuscire a trasmettere a tutti quel grado di sensibilità su alcuni temi che mancano non perché si è meno sensibili, io non sono uno nato più sensibile di altri, io sono stato “costretto” – tra virgolette- ad andare oltre. Interesse sociologico ma anche un po’ impressionante per capire la distanza della politica dai temi concreti è proprio questa presentazione del libro. Presentando questo libro- continua Davide Faraone- mi sta capitando di vedere uno spaccato di platee, radicalmente diversa da quelle platee che sono abituato a vedere quando mettiamo all’ordine del giorno altri argomenti cioè se noi oggi avessimo detto non presentazione del libro Con gli occhi di Sara, un padre e una figlia e l’autismo, elezioni politiche , candidature e selezioni candidati, tutti quelli che siete qua probabilmente non ci sareste stati ma probabilmente ci sarebbe stata un’altra platea. Ora io credo che fin quando queste platee non coincideranno, almeno in grossa parte non dico del tutto, in quanto non ci sarà una sovrapposizione fra la platea che riguarda che si occupa dei temi concreti come quelli di cui stiamo parlando stasera con platee per esempio che si occupano dei temi, che sono interessanti comunque, ma che riguardano una comunità politica che quando non ci sarà questa coincidenza vuole dire che noi viaggeremo sulla lunghezza d’onda che è diversa rispetto a quella che è la lunghezza d’onda di chi è estraneo a questa società. Quindi poi c’è tutto quello che viene generato e cioè la disattenzione, l’astensionismo; oggi parliamo di disabilità ma potrei farvi questo esempio su decine e decine di altri temi che magari appassionano meno la comunità politica ed invece appassionano tanto i cittadini che sono poi le versioni che riguardano la vita reale. Così come la stessa sorte non hanno le risorse delle persone con disabilità nel senso che i fondi per la non autosufficienza sono stati per anni fuori dal bilancio della Regione Sicilia; pur essendo risorse obbligatorie da destinare a persone che altrimenti non hanno assistenza e non possono uscire di casa anche per svolgere una terapia, quindi necessaria per la loro qualità della vita. Per chi pensa- conclude Davide Faraone- che la scuola ha comunque dei limiti , per quanto la scuola è un luogo comunque più ovattato di questa società per cui è comunque quello dove ci si sente più protetti e quindi uscire da quel percorso scolastico è comunque uscire da un luogo dell’assistenza, della crescita che dovrebbe riguardare non soltanto le persone con disabilità ma soprattutto i ragazzi, i bambini che quando si è deciso di abolire le scuole speciali si è pensato proprio che la convivenza e i percorsi di inclusioni con le persone con disabilità in classe dovessero servire innanzitutto ai ragazzi che disabili non sono; così è stata pensata la legge quando si è deciso di chiudere scuole speciali”.

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