Parlare di sicurezza è ormai un must. Può riguardare diversi ambiti: stradale, informatica, scolastica, lavorativa, alimentare, sanitaria ed altro ancora.
Le tecnologie hanno indubbiamente aiutato e supportato l’attività di coloro che sono addetti al controllo di impianti, strutture e mezzi condotti senza i prescritti requisiti di sicurezza. Sappiamo bene però che ogni medaglia ha il suo rovescio. Se non utilizzata bene, la tecnologia si può ritorcere contro chi la utilizza.
E’ lecito chiedersi se non si faccia abbastanza per garantire un livello minimo di affidabilità di ciò che è sottoposto a controllo. Certamente molto può e deve essere fatto. Occorre mettere a punto delle strategie che possono disincentivare i comportamenti nocivi per la sicurezza di tutti.
Se i controlli non sono serrati e puntuali, i risultati tardano ad arrivare. E’ il caso degli automobilisti indisciplinati, dei pedoni maleducati e dei centauri spregiudicati. Incuranti delle sanzioni, tutti coloro che si avventurano in strada mettono le regole da parte, e diventano i padroni di ciò che dovrebbe essere solo una via di comunicazione tra una zona ed un’altra, non un campo di battaglia ove mostrare la propria forza.
Nella giungla del web le insidie diventano maggiori perché non sempre abbiamo qualcuno in carne ed ossa con cui confrontarci e non sempre riusciamo a scorgere in tempo i pericoli, con conseguenze gravi per la nostra incolumità.
Se desideriamo la sicurezza, dobbiamo costruirla ogni giorno, in ogni singolo atto. Tutti devono operare per il bene comune. Il punto è: vogliamo davvero la sicurezza?
Se vogliamo qualcosa dobbiamo impegnarci per averla. Non è più sufficiente desiderarla. Tutti insieme dobbiamo lavorare per costruire un ambiente che ci faccia sentire protetti, al sicuro.
Cammino propone di aprire un dibattito sul tema e, sulla scorta delle segnalazioni dei lettori approfondirà gli argomenti più attuali.