Negli anni scorsi Annamaria Corpaci Attinà ha pubblicato parecchi libri, spesso proponendo analisi professionali su impegnativi temi psicologici. Questa volta offre ai suoi lettori una pubblicazione di diversa natura, ricca di emozioni e sentimenti che legano la sua persona alla nipotina Viola Giuditta.
Le pagine del testo esprimono l’intenso e sereno affetto di una nonna, che si rivolge con tenerezza alla sua “stella” con originali dialoghi, intessuti di preziose e dolci esperienze familiari.
Per l’Autrice, Viola Giuditta è uno “splendido dono il cui valore non può essere misurato e compreso se non dal cuore”. Con tale magico dono di nonnità nasce e progressivamente matura quel rapporto speciale e indissolubile che teneramente lega ai nipoti quei nonni che credono nella saggezza, nella pazienza e nell’amore.
Nella fase matura del cammino della vita, la nonna Annamaria ha “un desiderio quasi spirituale, sicuramente affettivo ed emozionale”, di dire tante cose alla sua Viola Giuditta. Nel libro, in effetti, ne dice tantissime alla sua vivace “Sbirulina” con calore e responsabilità, spesso raccontando ricordi impressi nella memoria, che affiorano dal suo mondo di esperienze.
La nonna Annamaria scrive pure per proporre alla cara nipote un sano senso di vita che possa dischiudere orizzonti di valori profondamente umani. La nonna è contestualmente l’attenta psicologa di sempre e quindi le sagge indicazioni hanno una valenza ulteriore. Ma Annamaria trasmette pure quella sua intensa religiosità che aiuta ad affrontare i fondamentali temi dell’esistenza e ad alzare lo sguardo verso il Bello e il Puro.
Il Lettore, attraverso le pagine del libro, nota facilmente che le parole scritte costituiscono il sensibile riflesso di affettuosi dialoghi e di preziosi messaggi quotidiani. L’Autrice, in effetti, continua intensi colloqui di vera vita, invitando con garbo sia la nipotina che il Lettore alla migliore riflessione, impregnata di forte risonanza umana.
Il libro è composto da sette capitoli, preceduti dalla “prefazione” dei genitori della piccola, Agnese e Armando Attinà, e seguiti dalle sagge conclusioni dell’Autrice. Le postconclusioni sono affidate alla bella penna di Francesco Antinolfi. La stampa è della Saturnia s.r.l. e il progetto grafico è di Ylenia Salesi. Bella la copertina che riflette tutto un pulito mondo di valori umani.
Infine, una considerazione: il testo va oltre il rapporto epistolare con Viola Giuditta, in quanto aiuta il Lettore a “guardarsi dentro” per cercare di comprendere pure il proprio profondo cammino umano. Annamaria, infatti, parla di luce interiore in un tempo di assetati di luce, in un periodo storico caratterizzato da nebbie fitte che avvolgono la famiglia. Sono pagine che interpellano, suscitando certamente utili dimensioni di crescita nell’animo di chi legge, per sciogliersi verso il bene e verso la bellezza familiare
Il testo indica questa concezione di vita e rappresenta una alternativa all’attuale cultura del calcolo egoistico e dello squallore di un mondo dove non si fa niente per niente. Annamaria Corpaci Attinà ancora una volta, quindi, coinvolge la migliore sensibilià del Lettore verso l’armonia di una vita di relazione, più giusta, più vivibile, più umana.