Le indicazioni dei decreti ministeriali in materia di Covid-19 sono chiare: uscire solo per necessità. Il problema è individuare le necessità. Sono in pochi a rispettare le prescrizioni imposte dal Governo, peraltro in continuo aggiornamento e conseguente ballo di modelli per l’autocertificazione. Chiunque si arroga il diritto di uscire. La necessità? Fare la spesa è una scusa per qualcuno, così come il cane e via dicendo. Il sindaco Gianfilippo Bancheri, di Delia, ha strigliato, è proprio il caso di dirlo, i suoi concittadini, inquadrando perfettamente il problema. La situazione descritta è comune a tutte le città italiane. Molti si riversano in strada per passeggiare, riunirsi, svolgere attività sportiva in gruppo, escono senza un valido motivo. La quarantena è fantasiosa, si esce meno ma si esce comunque lamentandosi nei social. Fortunatamente l’ironia non manca.

L’emergenza che vive il Paese è di fatto sottovalutata.Passata la fase iniziale dove le notizie contraddittorie davano la percezione dell’arrivo di un nuovo raffreddore, adesso è caduto ogni alibi. Ciononostante a nulla valgono le preghiere di medici e infermieri che lavorano senza sosta, stanchi ma fedeli al loro giuramento. A Bergamo è intervenuto l’esercito per trasferire le salme in altre regioni, considerato che il cimitero è ormai saturo, e cremarle. Troppi decessi.

Purtroppo sono ancora molti gli imbecilli che anche sul web, social inclusi, sfidano la sorte e invitano a fare altrettanto. Le Forze dell’ordine dovrebbero intervenire in modo più deciso e capillare. Troppo permissivismo. Si sbaglia. Non siamo capaci di autoregolarci. Abbiamo bisogno di sanzioni severe.

Non si scherza. C’è in gioco la nostra vita e quella degli altri. Non abbiamo nessun diritto di negare agli altri il diritto di vivere perché la nostra incoscienza è la condanna alla morte di un’altra persona. Riflettiamoci.

Foto in evidenza: Archivio Cammino

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