La Fondazione Inda, a partire da mercoledì 16 aprile alle ore 18, apre al pubblico le dirette video riservate agli allievi dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico. Antichi Pensieri è il titolo di questi incontri dove registi, attori ed accademici rifletteranno sui temi del dramma antico. Il programma ha visto esordire mercoledì 16 aprile sulla pagina facebook come protagonista Walter Lapini (traduttore dell’Elena Di Euripide). Giovedì 17 è stata la volta dell’editore e romanziere esordiente Gian Arturo Ferrari che ha illustrato della figura di Edipo, a seguire martedì 21 aprile Daria Galateria, francesista esperta del teatro di Racine, discuterà del mito di Fedra, mercoledì 22 aprile la regista Muriel Mayette Holtz parlerà delle Troiane di Euripide e giovedì 23 aprile ci sarà Maddalena Crippa che illustrerà la sua interpretazione di Ecuba, Medea e Clitennestra. Fra le tante iniziative digitali, ogni giorno alle 16, sarà disponibile in rete una clip realizzata per l’Inda dai principali protagonisti delle passate stagioni al teatro Greco di Siracusa, che hanno accettato di offrire al pubblico un monologo tratto dal repertorio classico o la lettura di una poesia. Il senso è proprio quello di poter offrire dei momenti di svago alle persone che sono a casa in questi giorni di quarantena. Il 56°festival del Teatro Greco di Siracusa attualmente è stato riprogrammato dal 28 maggio al 5 luglio, salvo eventuali ulteriori aggiornamenti. Il programma della stagione 2020 vedrà in scena: Le Baccanti di Euripide con la regia di Carlus Padrissa; Ifigenia in Tauride di Euripide con la regia di Jacopo Gassman e Le Nuvole di Aristofane con la regia di Antonio Calenda.
Abbiamo colto l’occasione di intervistare il giovane attore casertano Ivan Graziano, diplomato Inda nel 2016; nella stagione 2020 farà parte del cast delle Baccanti. Abbiamo chiesto di mettere a nudo le emozioni vissute durante gli anni in Accademia, la grande emozione di recitare al Teatro Greco di Siracusa, la passione per il teatro.
Ed è stato un fiume in piena…
“Il ritorno al Teatro Greco di Siracusa- si sbottona Ivan – è come un ritorno a casa: sono “nato e cresciuto” lì’, almeno artisticamente parlando. E’ un tempio del Teatro occidentale e, come ogni luogo sacro che si rispetti, ospita il suo rito, il più antico che l’umanità conosca, e che si ripeterà più vigorosamente dopo questo periodo così difficile. Sono certo che, quando potranno andare in scena, le “nostre” Baccanti saranno una festa ancora più grande. Con Carlus (che non so come ringraziare per aver scommesso su di me) abbiamo già iniziato a lavorare sul testo, e non vedo l’ora che il pubblico possa ascoltare le nostre parole e vedere le bellissime immagini che lui ha pensato per questa messinscena.
E cosa provi in questi giorni di “attesa”?
Speravo tanto di essere lì ora, in questi giorni, a provare con i miei amici, i miei colleghi e le mie colleghe. Ma le cose belle si fanno sempre attendere e Siracusa è una delle cose più belle che siano capitate nel mio percorso.
Cosa ti lega in particolare al Teatro Greco?
Ho ricordi fortissimi di quelle pietre, delle migliaia di persone lì a guardarci ogni sera, del sole che tramonta dietro le scenografie e, ovviamente, degli anni trascorsi nelle sale della scuola di Teatro dell’Inda. Ho avuto la possibilità di incontrare artisti e maestri meravigliosi, che mi hanno insegnato tanto. Cito per primi, e doverosamente, i docenti del settore “tecnico”: comincio con Elena Polic Greco, che ha tirato fuori la mia voce (fino ad allora ben nascosta), poi Flavia Giovannelli, Attilio Ierna e Dario La Ferla che mi hanno insegnato ad usare parole e corpo. Loro sono la struttura costante e solida dell’Accademia dell’Inda.
Le fondamenta della nostra formazione le gettano loro, e questo non smetterò mai di ringraziarli. Poi ho un bellissimo ricordo delle lezioni con Graziano Piazza, che ha permesso a me e ai miei compagni e alle mie compagne di recitare sul baratro delle nostre emozioni, protetti dalla sua rete di sicurezza. Senza dubbio, quei giorni rappresentano uno dei momenti più forti del mio periodo accademico. L’incontro, per me più fortunato- conclude Ivan Graziano– è stato quello con il maestro Mauro Avogadro, grande attore, regista e pedagogo, a cui devo moltissimo. Mi ha insegnato a guardare sotto la parola scritta su una pagina di copione; mi ha fatto capire quale potesse essere per me la strada giusta, ha trasformato quelle che erano le mie ansie e le mie pure in sani dubbi e messe in discussione. Se dopo la scuola ho continuato a fare questo mestiere, è grazie a lui: senza, sarei stato cieco”.