In tempi normali, la città di Melilli sarebbe stata in fermento per i festeggiamenti di san Sebastiano, ma  a causa dell’emergenza Covid-19  tutte le manifestazioni e le iniziative di qualsiasi genere sono state sospese, festa patronale comprasa. Lo ha dichiarato lo stesso sindaco Giuseppe Carta in una diretta Facebook.

Quest’anno non ci saranno le bancarelle di oggetti sacri, né banchi ricolmi di dolciumi o di giocattoli  attrazione inevitabile dei bambini, ma una chiesa con la sola presenza del parroco, tuttavia ugualmente vicina ai fedeli. Quell’atmosfera straordinaria e suggestiva dell’alba del 4 maggio non sarà vissuta, almeno materialmente, ma la vogliamo ricordare, per dar voce alle  nostre tradizioni e alle nostre radici.

Non vedremo  i “Nuri “per le strade,  che con devozione percorrevano a piedi le strade di tutta la Sicilia per raggiungere la piazza di Melilli, che, illuminata a festa, li accoglieva in una ad altri pellegrini che incuranti del faticoso viaggio fatto a piedi  giungevano per offrire “o Santuzzo miraculusu ri Miliddi” il sacrificio del loro voto. Stavolta ci sarà solo il primo cittadino con la veste bianca e la cintura rossa  ad esprimere la devozione al Santo in rappresentanza di tutta la cittadinanza .

Partenza dei Nuri all’alba, verso Melilli, dopo la messa. Sortino 2012.

Come  ribadito dal parroco della Basilica di San Sebastiano, don Blandino: “Sarà ugualmente  una giornata di preghiera che non farà venir meno la devozione a San Sebastiano, anzi sarà l’occasione per ridare fervore e slancio alla nostra fede”.  I  fedeli a partire dalle 9:30 del 4 maggio potranno seguire in streaming o su digitale terrestre sul canale 86 le funzioni religiose in onore del santo. I festeggiamenti di maggio rappresentano un evento  straordinario che sottolinea il profondo e duraturo legame tra la figura del martire cristiano e la sua gente; questa volta però saremo in preghiera nelle abitazioni vicini ai fratelli sofferenti, agli anziani, ai senza tetto; si prega per riscoprire in ognuno di noi la vera fede, intesa come certezza che in ogni uomo si può scorgere il volto del Cristo morto per noi e per il cui nome in tanti  come Sebastiano hanno donato la propria vita. L’alba del  quattro maggio 2020, resterà silente senza il tradizionale scampanio, non ci sarà il grido: “Semu vinuti ri tantu luntanu. Primu diu e Sam Mastianu”, ma quel  grido prorompente  esploderà nel cuore di ciascuno di noi, per testimoniare la  fede e la devozione al Santo.

 

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