Contributo di Aldo Mantineo per lo Speciale di Cammino “Eco della Quarantena”. Ringraziamo l’autore per aver generosamente e professionalmente accettato di collaborare con la nostra testata per un impegno di civiltà: “smascherare” le bufale che tanto danno hanno arrecato nella battaglia contro il Covid-19. Con questo intento ogni settimana ha curato la rubrica “#40ena – manuali d’uso”.

Per la categoria “Saggistica” ha recentemente vinto la XV edizione del premio giornalistico “Più a Sud di Tunisi” – Portopalo di C.P. 2020.

Aldo Mantineo

#NULLASARA’COMEPRIMA: è stato uno dei leit motiv che hanno accompagnato, e in qualche misura anche scandito lo stesso trascorrere del tempo, specialmente nelle prime settimane di isolamento. Un tempo quasi sospeso e, allo stesso modo, connotato fortemente dalla voglia di spingere lo sguardo oltre, di affacciarci dall’unica finestra che potevamo aprire senza paura per provare a capire cosa stava accadendo attorno a noi: quella del sistema dell’informazione mainstream e, naturalmente, quella dei social. Ecco, in tutte quante queste settimane in cui le pareti di casa sono diventate il nostro piccolo mondo nel quale sentirci al sicuro, non appare azzardato dire che un po’ tutti abbiamo riscoperto la centralità del ruolo dell’informazione. Appuntamenti come quelli delle 18 con la conferenza stampa dalla sede della Protezione Civile per provare a “capire” – attraverso quella raffica di numeri a volte terrificanti (come quando il numero delle vittime in un solo giorno si attestò attorno a quota mille) – l’andamento della curva del contagio, o gli interventi del Presidente del Consiglio per illustrare i vari decreti che via via venivano messi in campo, sono diventati i punti-cardine della dieta mediatica quotidiana di ogni italiano. Una gran “fame” di buona informazione, corretta, affidabile e verificata che non ha tuttavia impedito che disinformazione e fake news corressero e si spandessero come e più dello stesso coronavirus. Social e piattaforme di messaggeria istantanea i canali privilegiati per diffondere fake news ma anche il sistema dell’informazione più strutturato ha dovuto dotarsi di strumenti di costante monitoraggio per porre argine a una marea montante di contenuti falsi, creati anche solo miscelando “pezzi” di verità, capaci di parlare alla pancia e, come tali, difficilissimi da contrastare affidandosi alla ragione. Così la buona informazione è diventata come la ciambella di salvataggio che si getta in mare a chi sta rischiando di annegare: non è un caso che già a inizio dell’emergenza anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva lanciato l’allarme-infodemia, aveva messo in guardia dalla circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza.

In questo autentico fiume di notizie (vere e presunte), fotografie, video, messaggi, che tumultuosamente ha attraversato in questi ultimi mesi la nostra quotidianità mi piace fermare l’attenzione su quello che ritengo sia stato uno dei momenti-simbolo, frutto di alcune diverse – ma a ben vedere complementari – “istantanee”. La data è quella del 27 marzo.

La prima di queste immagini è legata alla benedizione urbi et orbi impartita dal Pontefice. Vedere in tv Papa Francesco, con la sua voce stanca, avanzare col suo passo naturalmente incerto, sotto la pioggia battente in una piazza San Pietro deserta e incredibilmente silenziosa, penso che sia stato di straordinario impatto emotivo. L’altra immagine è quella della solenne benedizione impartita dal Papa ai quattro angoli del mondo senza pronunciare una sola parola. Unica colonna sonora i rintocchi delle campane che si sono andati naturalmente intrecciando con l’ululare lugubre delle sirene delle autoambulanze. Immagini che, da sole, parlano a ciascuno di noi.

Ma non solo immagini. Da Papa Francesco anche parole e invocazioni che non possono non far riflettere come, ad esempio, quel “… Salvaci Signore dalla cattiva informazione…” che non appare proprio l’ultimo dei moniti lanciati così, tanto per dire. Specie se si riprendono alcune delle parole pronunciate dallo stesso Pontefice in occasione della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (siamo a gennaio, il virus a quanto pare già circola anche nel nostro Paese ma in quel momento è tutt’altro che quella sconvolgente minaccia alla nostra quotidianità che si sarebbe poi rivelato) : “Mettendo insieme informazioni non verificate, ripetendo discorsi banali e falsamente persuasivi, colpendo con proclami di odio, non si tesse la storia umana, ma si spoglia l’uomo di dignità”.
L’ultimo “scatto” di quella giornata è quello della sobria signorilità del Capo dello Stato. Mattarella in pochi minuti ha ringraziato tutti, ha sollecitato l’Europa a seguire una strada comune, ha ridato fiato – senza urlare – alla speranza. Ma di quel breve e intenso discorso pronunciato in un momento difficilissimo rimane, nella memoria dei più, il – pur gustoso – “fuorionda” del Capo dello Stato che si aggiusta un ciuffo fuori posto giustificandosi col suo staff “cosa, volete, anche io non vado dal barbiere!”.

Aldo Mantineo, giornalista e scrittore ha lanciato l’instant-bookFakecraziaL’informazione e le sfide del coronavirus”, edito in formato ebook da Media&Books. Per il download (da lunedì 4 maggio) da GooglePlay oppure si può richiedere all’editore: mediabooks.it@gmail.com. Proprio per questo lavoro ha vinto il premio giornalistico “Più a sud di Tunisi – Portopalo di C.P.  2020”.

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