Il libro di Marco Giordano è un inno alla vita

 

Appena ieri abbiamo ricordato la Giornata mondiale della prematurità. Filo conduttore per indicare la prematurità è il colore viola. Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, in Italia nascono ogni anno oltre 30.000 prematuri (il 7% del totale), nel mondo 1 su 10, cioè bambini che vengono alla luce prima della 37a settimana di età gestazionale (Fonte CeDAP 2017). Si tratta di bimbi ad alto rischio di complicazioni dopo la nascita, perché maggiormente vulnerabili rispetto ai nati a termine.

Una vera e propria battaglia che i piccoli devono affrontare per diventare forti e affrontare la vita. Tanti i genitori coinvolti in questa esperienza delicata ed emotivamente forte, intensa, talvolta destabilizzante. I genitori sono quindi chiamati a fare da scudo tra il mondo e quel piccolo essere che lotta per riuscire ad arrivare al traguardo della vita. Piccoli guerrieri, vigilati da angeli custodi.

Una sfida che va affrontata con amore e determinazione perché il bambino ha bisogno di tutte le attenzioni per essere seguito.

Si tratta di bambini nati prima della 37esima settimana di gestazione che, fin dai primi istanti di vita, hanno bisogno di terapie intensive neonatali adeguate e, poiché i loro organi e apparati non sono del tutto maturi,  non sono ancora capaci di adattarsi alla vita fuori dal grembo materno. In particolare, l’assistenza e le cure per garantire la sopravvivenza e per ridurne le possibilità disabilità future sono fondamentali per quelli più piccoli, chiamati “molto pretermine” o “estremamente pretermine” (rispettivamente sotto le 32 o le 28 settimane di gestazione).

Il libro di Marco Giordano “Diarianna. Fretta di nascere, fame di vita” è un diario che in un percorso immaginario ma stilisticamente riuscito, l’autore fa scrivere alla penna della protagonista, la piccola Arianna.

La presentazione del libro è avvenuta ieri in diretta streaming sulla pagina facebook della Libreria Capitolo 18 di Patti.

Nel libro l’autore descrive il percorso di attesa vissuto insieme alla moglie, costellata di alti e bassi, vere e proprie montagne russe. Uno dei motivi che ha spinto Marco alla realizzazione del volume è la divulgazione, elemento importante. Infatti, sebbene l’incidenza del fenomeno della prematurità sia alta, scarsa è la sua conoscenza.

Il libro nasce dall’esperienza e dall’idea di dialogare. Nell’autore è degno di nota l’esercizio stilistico ben riuscito e molto apprezzabile di dare voce alla protagonista per descrivere le sensazioni e le esperienze che la riguardano. Un percorso intenso fatto di crisi respiratorie, arresto cardiaco, infezioni: tutto questo interessa la prematurità ma non solo. L’esperienza condivisa crea una comunità insieme ai genitori di altri piccoli guerrieri, al personale medico e paramedico che lavora nella struttura che ospita i piccoli degenti.

Queste strutture ospedaliere sono fondamentali per ospitare ed assistere i prematuri. A causa dell’immaturità dei vari organi ed apparati, il neonato prematuro, può presentare numerosi problemi che sono tanto più frequenti quanto più nasce prima del termine.

Il progetto di Marco Giordano è quello di raccogliere fondi per aiutare l’Unità Operativa complessa di Pediatria e Terapia Intensiva Neonatale Ospedale Barone Romeo di Patti che fornisce assistenza neonatale e pediatrica in Sicilia, nella provincia di Messina e l’associazione onlus Remì. I proventi raccolti con la vendita del libro saranno destinati all’acquisto di attrezzature specifiche.

Quello di Marco Giordano è un messaggio di speranza e di amore, nonostante la perdita della piccola Arianna: “Credere sempre e non arrendersi mai. Dare tutto l’amore di cui hanno bisogno. La vita di un bambino è preziosa e fragile da custodire”.

Un inno alla vita e alla speranza per arrivare alla fine del tortuoso percorso che bisogna affrontare.

Marco Giordano “Diarianna. Fretta di nascere, fame di vita”

“In questo originalissimo diario il punto di forza, a mio avviso, risiede proprio nella scelta stilistica di raccontare gli eventi attraverso lo sguardo tenero e innocente di una bimba che troppo presto, a sole 23 settimane di gestazione, viene chiamata dalla vita a ‘fare sul serio’, per conquistare quella ‘normalità’ che la maggior parte delle persone dà per scontata”. (Claudio Mollica)

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