SERIVIZIO PUBBLICATO NELL’EDIZIONE TIPOGRAFICA DEL 20 Novembre 2020

Premessa n.1) Siracusa: 126 casi in più rispetto al giorno precedente al 21/11/2020; Sicilia, alla stessa data, 51.871 casi, con un incremento di 1.838 rispetto al giorno precedente.

Premessa n. 2) auspico che i diversi decreti “Ristori” diano sollievo immediato alle attività colpite dalle restrizioni e che gli aiuti economici previsti possano essere erogati in tempi rapidissimi

Premessa n. 3) entrambi i miei figli lavorano nel turismo e uno dei due, al momento, è senza lavoro causa Covid-19 e, pertanto, la mia famiglia è direttamente colpita dalla situazione.

Premessa n. 4) uno degli elementi di valutazione è la ricettività ospedaliera in termini di posti letto covid e posti in terapia intensiva e, su questo fronte, considerato il tenore delle intercettazioni pubblicate da altre autorevoli testate, c’è da rimanere, per lo meno, perplessi, soprattutto alla luce dei 125 mln ricevuti, nel periodo estivo, dalla Regione Sicilia per aumentare i posti in terapia intensiva.

Premessa n. 5) malgrado io sia, come noto, una “fimmina cuciniera”, spesso, in questo periodo, ho fatto ricorso all’asporto o alla consegna a domicilio; è un modo diretto per offrire un piccolo sostegno a un settore in grave difficoltà.

Tanto premesso, come molti, sono preoccupata per l’andamento della pandemia ma, al contempo, per ragioni familiari e per le mie attività enogastronomiche, sono addolorata per le rigide restrizioni imposte ai pubblici esercizi.

Perché so bene quante persone lavorino intorno  e dentro il mondo “food” e  quanto indotto sia generato dalla somministrazione di alimenti. Ma… Il “ma” sta nelle immagini di locali come il Billionaire o il Just Cavalli, della movida incontrollata, dei Navigli affollati o di certi locali che, quando ne era consentita la regolare apertura, non hanno ridotto la capienza né registrato le presenze; il “ma” sta nell’aver assistito personalmente, proprio la mattina del 21 novembre scorso, ad una scena deprecabile: marciapiede davanti ad un bar aperto, ovviamente, solo per l’asporto… ebbene, davanti alla porta del bar, un capannello di persone, alcuni con caffè in mano, la gran parte senza mascherina, che chiacchieravano come nulla fosse e senza che l’esercente intervenisse.

So bene che la maggioranza degli esercenti e degli avventori ha rispettato e rispetta le regole ma, ahimè, pochi irresponsabili tanto fra gli esercenti quanto fra gli avventori hanno causato, e continuano a causare, un danno enorme e gli ospedali sono palesemente in affanno.

Agli esercenti, ai tanti carissimi amici del settore Ho.Re.Ca che hanno rispettato e continuano a rispettare le regole, che hanno lavorato e tuttora lavorano con coscienza e responsabilità, mi permetto di dire che il nemico non è il Governo, non sono i Dpcm. C’è un nemico comune a noi tutti che è questo virus subdolo e pericoloso, che non guarda età o sesso o condizioni fisiche, che colpisce e, purtroppo, uccide pure. Ma ci sono altri, troppi, nemici. E gli altri nemici sono proprio quei pochi esercenti che hanno guardato solo al loro interesse, cercando di arraffare il più possibile in barba a distanziamento e tutela della salute pubblica e i troppi avventori che hanno badato meramente al loro divertimento incuranti delle prescrizioni elementari quali l’uso della mascherina o dei disinfettanti per le mani o il mantenimento della distanza interpersonale.

A voi, esercenti onesti e responsabili, faccio un appello: siate voi i primi a segnalare i comportamenti non corretti dei vostri clienti o dei vostri colleghi. Alle associazioni di categoria, alle associazioni professionali, propongo: siate controllori dei vostri associati ed espellete gli esercenti che dimostrato di non lavorare secondo le regole. Non permettete ad una minoranza irresponsabile di compromettere il vostro lavoro, i vostri sacrifici, il vostro impegno. E se un vostro cliente dovesse lamentarsi per il vostro rigore, non temete… ne perderete uno e ne guadagnate altri cento che sono i potenziali clienti che rinunciano ad avvalersi dei servizi che, comunque, potete offrire per timore di un possibile contagio.

Da questa crisi si uscirà con la ricerca scientifica, con le strategie economiche che l’Europa, con le straordinarie risorse del Recovery Plan, sta mettendo in atto, ma, in attesa che questi sforzi producano i loro effetti permanenti, c’è un solo modo per contenerne i danni: rispettare tutti le regole. Alle lettrici e ai lettori di Cammino formulo l’invito a scegliere l’asporto o la consegna a domicilio! Che siano pizze o arancini, gelati o torte, sushi, paella, pasta, hamburger o kebab, o qualunque altro cibo sia disponibile per il take away o il delivery, ordinateli. E ordinate anche una bottiglia di vino perché un buon calice regala sempre un sorriso. Aiutiamo gli onesti, i bravi a superare questa fase. In attesa di tornare insieme intorno a un tavolo.

Solo uniti possiamo farcela!

 

Credito immagine in evidenza: dalla rete.

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