“Nulla accade per caso”. Ma allora cos’è che accade quando il caso non è casuale? Quante volte ti è capitato di chiederti «Perché quel giorno, a quell’ora mi trovavo in quel luogo?», «perché io?»? Molti lo chiamano destino, Manzoni la definì Divina provvidenza, i tragediografi greci Mechanè.
È un pomeriggio di fine ottobre, la provincia di Catania, in quelle ore, è colpita da piogge torrenziali. Numerosi i disagi dovuti agli allagamenti, si contano vittime e dispersi. Ma il peggio deve ancora arrivare: è previsto l’arrivo del Medicane, il ciclone tropicale che tiene in ansia la Sicilia orientale. La centralissima via Etnea è un torrente in piena.
Daniela sta tornando da lavoro, a casa la aspetta il suo bambino. È a bordo della sua Toyota Aygo rossa quando, all’incrocio con la via, perde il contatto con l’asfalto ed il controllo dell’autovettura. Viene trascinata violentemente da quel fluire di acqua e detriti. Confusione, paura, terrore. La macchina dopo diversi metri incontra un ostacolo, una fioriera. Si ferma. Daniela è dentro l’abitacolo, pallida. L’acqua le arriva alle ginocchia. Esce e d’impeto si arrampica sulla fioriera. È fuori dalla macchina ma non è al sicuro. I soccorsi sono impossibilitati a raggiungerla. L’acqua continua a scorrere incessante sotto di lei, trascinando con sé tutto ciò che incontra.
I pochi passanti si fermano, guardano smarriti.
«Creiamo una fune, ci servono lenzuola e indumenti». L’idea improvvisa di un uomo, uno straniero. Non parla bene l’italiano ma riesce a farsi capire.
In pochi minuti recupera dei maglioni, aiutato da un altro ragazzo, formano l’intreccio ed invitano la donna ad afferrarlo con forza per risalire il flusso. Ma gli indumenti non reggono la stretta, cedono. Daniela ha paura, non riesce ad afferrare quella fune di speranza. Celestino, è questo il nome dello straniero di origini filippine, rompe gli indugi. E malgrado i «non andare», «rischi di essere trascinato anche tu», armato di coraggio, attraversa quel fiume fangoso. Stringe Daniela in un abbraccio con tutta la forza che ha in corpo e la porta in salvo.
La donna, che ha avuto paura di non potere più riabbracciare suo marito ed il suo piccolo Giulio, scossa dall’accaduto, non fa in tempo a ringraziare il suo salvatore. Celestino è già tornato a casa dalla sua famiglia. Anche lui, come Daniela ha figli: due bellissime bimbe di 7 e 10 anni. Ha una moglie che lo ama. Celestino non ha rischiato perché non aveva nulla da perdere, ha rischiato la sua vita per l’amore verso Daniela. Verso un prossimo che non conosceva fino a quel momento. Era uscito a fare la spesa, da solo, per non mettere a rischio i suoi affetti, come un bravo papà. E invece lui il rischio lo ha sfidato per salvare una vita.
Tornato a casa a mani vuote ma con il cuore pieno di gioia, la soddisfazione è stata immensa: «Papà ma questo sei tu! Sei un eroe!» Le sue figliolette pochi minuti dopo il suo rientro, lo hanno riconosciuto nel video del salvataggio, diventato virale su Tik Tok.
Celestino, uno straniero trasferitosi dal sud est asiatico, a 10.575 km dalla sua terra, proprio in quel momento si trovava a passare da lì, a piedi. Eppure quella non era la strada che faceva di solito. Qualcuno direbbe «casualità!». E se non fosse casualità? Se fosse stato al posto giusto nel momento giusto? Se quello fosse stato il suo posto secondo un disegno ben preciso?
Daniela si esprime così: «Quando tutto sembrava perduto, quest’uomo, in quell’abbraccio, mi ha dato la forza per non mollare. Celestino per me è stato un angelo mandato da Dio. Non potrò mai ringraziarlo abbastanza! Mi ha salvato la vita
Nonostante ci apprestiamo a vivere periodi tristi, tra la pandemia che continua ad affliggerci ed i cambiamenti climatici che hanno effetti disastrosi, è nella sventura che ci forgiamo. La sofferenza è un soffio che alimenta la nostra anima. Funge da livellatrice, distogliendoci dal dominio delle cose materiali e dalla vanità del mondo moderno. Ci riporta ad uno stato di natura, dove ci sono gli uomini con le loro paure e le loro speranza. E rende possibili atti come quello di Celestino Floralde, un sacrificio che nasconde l’amore nella sua essenza più nobile. Un amore puro, disinteressato, che non ha colore”.
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