Dopo l’Agamennone di Davide Livermore, è la volta dell’Edipo Re di Robert Carsen.

Il teatro del colle Temenite accoglie con un “sold out” il regista canadese e la sua messa in scena di quello che per lui è “il dramma” per eccellenza.

Tragedia in nero con scala, la si potrebbe definire: infatti la scena (di Radu Boruzescu) è dominata da un’enorme scala monumentale, di trentadue gradini,  composta da  venti blocchi , 27 metri di larghezza, 20 di profondità, 8 di altezza

La scala separa  la reggia idealmente dal popolo (ma possono accedervi solo Edipo, Giocasta e Creonte, sempre presente con ben ottanta componenti del coro (mai così tanti sulla scena a Siracusa): rappresentano i sudditi che chiedono aiuto ad Edipo contro la peste. Ottanta, tutti vestiti di nero, colore ricorrente in contrasto col bianco della scala, nero che richiama la negazione, il contrasto, la morte. Tutta l’azione è ambientata lì.

E cosa può esserci di più tragico, intensamente emotivo della vicenda di Edipo? Edipo, ha ucciso inconsciamente il padre e sposato la donna che l’ha generato.  Ha messo al mondo incestuosamente  con sua madre, due figli per lui anche fratelli. Quando ne ha coscienza, devastato dal dolore si acceca per non guardare più niente e nessuno e fugge da Tebe insanguinato, cieco, e disperato.

I costumi non sono quelli classici, sono contemporanei, e c’è anche un breve quadro in cui Edipo, già accecatosi, appare sulla scena nudo.

Il regista ha dato, durante la presentazione, la sua visione: “Quando Edipo finalmente scopre chi è, c’è una enorme spiritualità che entra in lui. Quando capisce che c’è una pace, dopo il suicidio della moglie e madre. E Sofocle fa di ciascuno di noi Edipo, facendo subire a tutti noi la catarsi della sua sofferenza”.

Ma sulla scena la vera protagonista è la recitazione, la parola e anche i silenzi, che inducono a riflettere, su un ordito musicale minimo, che sottolinea i momenti di maggiore intensità del testo. Quest’ultimo, nella traduzione di Francesco Morosi aderente allo scritto originale, diventa protagonista anche grazie alla intensa interpretazione del cast, apparso molto coeso ed affiatato. Da sottolineare, oltre al personaggio di Edipo, interpretato da Giuseppe Sartori, la performance di Maddalena Crippa (Giocasta), il ruolo di Paolo Mazzarelli (Creonte) e un coinvolgente Graziano Piazza, nel ruolo di Tiresia l’indovino cieco,   che- pur nel rigore della recitazione- riesce ad emozionare particolarmente gli spettatori, che alla fine hanno tributato ai protagonisti lunghi applausi.

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