Di seguito riportiamo la testimonianza di alcuni giovani siracusani al rientro da un percorso formativa sull’attualità del servizio missionario

Se ci cercate ci troverete nelleperiferie dell’umanità fragile eferita”: sono queste le parole
pronunciate da Giovanni Rocca,
segretario nazionale di Missio Giovani, che forse meglio riassumono
il senso dei quattro giorni di Comigi:
il “grande convengo dei giovani che
hanno a cuore il mondo e la
missione”.

Quest’anno a ospitarlo è
stato il complesso della “Fraterna Domus” a Sacrofano, nella provincia romana, e sono stati coinvolti più di trecento giovani provenienti da ogni parte d’Italia, giovani missionari che vivono a pieno il tema della missione.

Sono stati giorni molto intensi e carichi di emozione che hanno permesso a noi, un piccolo gruppo di giovani provenienti dalla diocesi di Siracusa, guidati da don Salvo Musso e la nostra responsabile Pinella La Terra, di entrare a contatto con realtà diverse e affascinanti e di conoscere persone che avevano tanto da offrire.

Non c’era forse modo migliore di iniziare questa esperienza che con l’incontro con Papa Francesco. Nella giornata del 22 Aprile egli ha infatti accolto tutti i giovani missionari nella “Sala Clementina” del Palazzo Apostolico. Avere avuto la possibilità di ascoltare le sue parole è stata un’esperienza che ci porteremo dentro per sempre. Il suo messaggio si è basato su tre verbi principali: “Rialzati, prenditi cura e testimonia”, i quali sono stati poi i temi principali che hanno caratterizzato le diverse attività svolte durante le tre giornate del Comigi. Un messaggio di speranza, che ci invita a non abbandonarci alla rassegnazione, ma a continuare a lottare per un mondo più giusto e più bello.

Dopo il saluto iniziale del Papa, ci siamo recati presso la “Fraterna Domus” per iniziare le attività con un momento di riflessione iniziale, in cui si sono discussi diversi temi di attualità.

Sono stati molti i momenti di preghiera, fra cui la messa mattutina e la veglia serale, ed anche i momenti di riflessione sul messaggio delle Sacre scritture, tramite “lectio divine” guidate da vari ospiti illustri. Sono dodici i workshop che ci hanno dato la possibilità di sperimentare e di crescere umanamente, come quello sul Giornalismo, tenuto dal giornalista di TV2000 Maurizio Di Schino, oppure quello sull’integrazione, sui social e tanti altri. I diversi “aperitivi” ci hanno dato invece la possibilità di ascoltare missionari che avevano svolto la loro missione in contesti difficili, in cui spesso la speranza è una risorsa rara.

In un mondo che predilige la valorizzazione
dell’imperfezione e dei
fallimenti, in cui sono presenti
tiepidezza, infedeltà,
confusione intellettuale e
angoscia spirituale, noi giovanici riuniamo per far presente lanostra volontà di esserecittadini migliori, per far fronte
alle crisi innegabili del nostro
tempo e per far parlare
dell’unica verità che è Dio.
Egli ci insegna a non avere paura, ci chiede di stargli vicino, di permettergli di parlare ai nostri cuori; ci spiana la strada, ci offre amicizia, amore e pace.

Noi giovani vogliamo essere un focolare ardente per il mondo, perché crediamo nella nostra capacità di creare un mondo più sorridente.
Siamo tornati a casa con il cuore pieno, con una fede rinnovata e con l’amore ancora più grande per la missione, che cercheremo sempre di portare nella nostra quotidianità. Ci ritroviamo molto nel messaggio del proverbio africano: “Se si sogna da soli, è solo un sogno. Se si sogna insieme, è la realtà che comincia”: questo è quello che vorremmo trasmettere anche a voi.

  • Nella immagine in evidenza, accanto a don Musso il segretario nazionale di Missio Giovani Giovanni Rocca e don Marco Testa, direttore del Centro unione missionaria (Cum).
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