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Campioni del Mondo: la leggenda compie 40 anni

Campioni del Mondo: la leggenda compie 40 anni

11 Luglio 1982 – 11 Luglio 2022

Nella tarda mattinata di domenica 11 luglio 1982, piomba nel ritiro azzurro il Presidente della Repubblica Sandro Pertini:”Sono venuto a Madrid a prendere i campioni del mondo, ma non ditelo, stasera potrebbe portare male“. Zoff, Gentile, Cabrini, Oriali, Collovati, Scirea, Conti,  Tardelli,  Rossi,  Antognoni,  Graziani,  così Nando Martellini come il rosario della domenica annunciava gli azzurri di Bearzot, che dopo Valcareggi e l’interregno di Bernardini durato 3 anni, si ritrova con il difficile compito di rivitalizzare e ringiovanire la nazionale. Una squadra che nasce sul blocco-Juve, squadra che con Trapattoni dominava la scena italiana e aveva vinto nel 1977 la Coppa Uefa. Ebbene nel 1978 la squadra del Vecio, con gli innesti decisivi dell’ultimo momento di Cabrini e Paolo Rossi termina uno splendido mondiale al 4 posto,  esprimendo il miglior calcio del torneo e togliendosi anche lo sfizio di battere l’Argentina padrona di casa e futura vincitrice del torneo, 1-0 gol di Bettega.
L’Italia torna rivitalizzata dalla kermesse, ma ecco come un fulmine a ciel sereno, agli albori del 1980, il calcio scommesse, che si abbatte sul nostro calcio e che lascerà strascichi anche negli anni a venire. Milan e Lazio in serie B e diversi giocatori squalificati o radiati, tra questi proprio Paolo Rossi fermato per tre anni, poi un anno condonato.
Il contraccolpo è l’Europeo 1980 giocato in casa dove la squadra azzurra, nonostante una bella vittoria 1-0 sugli inglesi con gol di Tardelli, è eliminata dal Belgio. Tuttavia la grande delusione viene superata con le qualificazioni per Spagna 82: ricordo che a quei tempi il mondiale era a 16 squadre poi dal 1982 a 24, non come ora allargato a 32 a discapito della qualità ed esclusivamente per motivi economici.
LE SCELTE DEL VECIO
Alla vigilia dei mondiali spagnoli torna Rossi, dopo la lunga squalifica e il Vecio che in tutto questo tempo mai aveva abbandonato il figlio prediletto, lo convoca e lo colloca tra i titolarissimi contro la stampa e contro tutti. Si parte, la spedizione non inizia bene, i primi test sono deludenti e Pablito è il fantasma di sé stesso. Stavolta le polemiche superano il livello di guardia con illazioni su Cabrini e lo stesso Rossi che dormono in stanza assieme. A questo punto i senatori della squadra in accordo con il CT chiudono le porte del ritiro alla stampa, il clima attorno agli azzurri si fa rovente, Tardelli e il giornalista Sconcerti arrivano quasi allo scontro fisico.
Il 14 giugno parte il nostro mondiale con un buon 0-0 contro la temuta Polonia. A cui fanno seguito due deludenti pareggi 1-1 sia col Perù che col Camerun. Unica cosa positiva è che passiamo alla seconda fase, dove ci aspettano a Barcellona l’Argentina campione del mondo di Kempes e Maradona, che quattro anni più tardi vincerà da solo  i mondiali messicani, e il Brasile di Zico, Socrates, Falcao e co: una delle selecao più forti della storia e strafavoriti alla vittoria finale. Si inizia con Italia-Argentina e succede che come d’incanto, l’Italia ritrova gioco e convinzione. Cabrini e Tardelli, è questo il suo gol più bello, firmano la vittoria. Tre giorni dopo il Brasile travolge l’Argentina 3-1 con Diego espulso, quindi contro di noi ai brasiliani basta il pareggio.
Il 5 luglio allo stadio Sarria’ in un pomeriggio da 35 gradi avviene l’incredibile, Pablito Rossi che fino a quel momento non aveva inciso, resuscita come Lazzaro e ci spalanca il mondo con una tripletta, alla quale Dino Zoff mette il sigillo al 90 disinnescando un velenoso colpo di testa di Paulo Isidoro.
Siamo in semifinale, che diventa una formalità 2-0 all Polonia con ancora doppio Pablito. Vada come vada il Vecio con la pipa aveva visto lungo.
CAMPIONI DEL MONDO
Si arriva a domenica 11 luglio, ore 20 Santiago Bernabeu, nonostante il gioco duro dei tedeschi e un rigore fallito da Cabrini, che poteva tagliare le gambe, nella ripresa l’Italia dilaga, solito Rossi poi Tardelli e, come dice Federico  Buffa l’urlo di Munch e Altobelli, inutile il gol di Breitner.
Nando Martellini grida tre volte “Campioni del Mondo“, al cielo stellato-azzurro di Madrid. Il resto è storia, Pertini che sul tre a zero dice al Re Juan CarlosNon ci prendono piu“.
la pipa del Vecio, il coyote Tardelli che non dormiva mai e andava a fumare nella stanza di Zoff e Scirea, la partita a carte sul volo di ritorno con Pertini che richiama Bearzot per un errore. Sono trascorsi 40 anni e il mito resta intatto.
Nessun altro trionfo, benché sempre storico si può avvicinare a questo. Il nome di Rossi è il più gettonato, ma il vero artefice di quell’impresa a mio avviso ha un nome: Enzo Bearzot, che costruì questa squadra in Argentina e la difese da attacchi esterni e la lanciò in cima al mondo, contagiando il paese di una follia azzurra.
Nonostante qualcuno di loro ci ha già lasciati prematuramente o in modo drammatico, rimarranno per sempre i ragazzi del mindial 82.
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