Il felice allineamento fra la bellezza di Ortigia e la capacità relazionale del sindaco Francesco Italia hanno portato nell’ex capitale dell’impero bizantino un evento mediatico di caratura mondiale: la sfilata per i 10 anni di Alta moda della D&G, la maison dei sicilianissimi Domenico Dolce e Stefano Gabbana. Appuntamento che ha fatto apparire come d’incanto a piazza Duomo un parterre ricco di stelle del firmamento internazionale, Hollywood compreso.

Si, proprio così, un luogo non si valorizza da solo, ha bisogno anche di relazioni umane ed in ultima analisi di chi ha il coraggio di spendersi per esso.

Per l’occasione, quindi, sono state impegnate enormi risorse umane ed economiche. Imponente lo sforzo organizzativo che ha stravolto per diversi giorni le abitudini, la viabilità e l’apertura degli esercizi pubblici dell’isola aretusea. Isola anche metaforicamente, stante le risapute buche gestionali che la circondano.

Come prevedibile i social non hanno mancato di farsi sentire con la scontata caleidoscopica verve; di tutto e di più.

Fra tutti citiamo – condividendolo nel contenuto – l’osservazione di uno dei più laici giornalisti cresciuto in questo territorio: “Io non mi intendo di drammi sacri, di sfilate di moda e delle relative interconnessioni, citazioni, evocazioni. Ho trovato singolare che fior di laici mangiapreti s’indignassero (loro, non la Chiesa) per un presunto oltraggio a luoghi e simboli religiosi. In generale trovo che in questa vicenda Siracusa ha dato il meglio di sé. Noi siracusani “democratici” forse non altrettanto, scavando un altro solco a dividerci per l’oggi e per il domani (Toi Bianca, in arte “Strummerleaks”)”.

Adesso che i riflettori sono spenti anche nel proseguo dei festeggiamenti di D&G in quel di Marzamemi, di certo rimarranno le belle foto dell’evento rimbalzate nell’etere grazie ai milioni di follower delle star.

Tuttavia si ha l’impressione che Siracusa, oltre a mettere in mostra le proprie bellezze, abbia scoperto il suo essere ormai una provincia dell’Impero.

Per ogni scelta organizzativa ed artistica sono state proferite le più alte critiche gratuite, postate senza freni da una parte, così come dall’altra non è mancato l’atteggiamento “wow” e assolutamente acritico con tanto di sviolinate nei vari commenti postati in rete. Tutto ciò non ha certo contribuito ad accrescere le prospettive per il futuro di Siracusa.

Eppure, guardandosi intorno, osservando le ferite che minacciano concretamente il contesto siracusano, di certo non sarebbe energia sprecata giocare a immaginare un percorso di crescita per il territorio proprio a partire da un’analisi dei punti di forza e di debolezza che sono emersi da una manifestazione eccezionale che comunque è stata fatta e con la quale occorre confrontarsi, magari per rendere questi eventi non più eccezione. Questo è un impegno che per primo deve assumersi chi ha avuto il merito di averci creduto, altrimenti tutto ciò sarà stato solo un’inutile ostentazione di vacuità.

 

  • Credito immagine in evidenza: dalla rete.

 

Condividi: