di Carolina e Simona Bottaro

Bassetti: “Maria: Farsi prossimo, sporcarsi le mani con chi è nel bisogno”.

Giovedì scorso 1 settembre è terminato il 69mo anniversario della lacrimazione della vergine Maria a Siracusa, per ricordare l’evento accaduto nel 1953 dal 29 agosto al 1 settembre. Per quattro giorni un quadretto di gesso della Madonna pianse lacrime umane nell’abitazione dei coniugi Iannuso.

Giorni intensi per il Santuario della Madonna delle lacrime che ha registrato numerose presenze.

La solenne celebrazione eucaristica è stata presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve, alla presenza dell’arcivescovo metropolita di Siracusa, Francesco Lomanto.

Il cardinale Bassetti nella sua omelia si è soffermato sul periodo critico vissuto da tutto il mondo a causa della pandemia legata al Covid-19 che ha mietuto vittime. A questa tragedia si è aggiunta anche la guerra in Europa che non ha risparmiato esseri umani costretti alla fuga e alla fame.

Le lacrime di Maria rappresentano il pianto di Gesù che partecipa intensamente alle dolorose vicende umane: così il cardinale Bassetti sintetizza perfettamente il messaggio di papa Francesco per la Chiesa di Siracusa e i suoi pellegrini: “Le lacrime di Maria sono un riflesso delle lacrime di Gesù”.

Durante l’omelia Bassetti si sofferma sul dolore della Madre che ha saggiamente custodito tutto nel suo cuore e si è affidata a Dio.

Il messaggio dell’arcivescovo Bassetti è esplicito: “Senza solidarietà e partecipazione, non solo emotiva ma anche fattiva, difficilmente riusciremo a risalire la china di questa tormentata stagione di crisi. Farsi prossimo, sporcarsi le mani con chi è nel bisogno è il richiamo che ci proviene dalle lacrime della Beata Vergine”.

Le riflessioni maturate rappresentano un monito per affidarsi a Dio e all’intercessione di Maria, Vergine Santa, affinché ci sostenga nel nostro cammino terreno.

L’arcivescovo Francesco Lomanto ha ringraziato il cardinale Bassetti per essere ritornato a Siracusa, poiché aveva celebrato la S.Messa in occasione del pontificale di Santa Lucia il 13 dicembre 2019.

L’arcivescovo di Siracusa ha voluto ricordare le parole espresse durante la celebrazione: “bisogna concentrarsi su ciò che resta e non su ciò che passa”.

Le parole di Lomanto rinnovano l’affidamento alla Vergine che partecipa ai nostri travagli e ci consola nelle difficoltà della vita.

 

ANNIVERSARIO DELLA MADONNA DELLE LACRIME

Testo integrale dell’omelia del cardinale Gialtiero Bassetti

Siracusa, 1° settembre 2022

Carissimi fratelli e sorelle,

a distanza di dieci anni, sono tornato a Siracusa, con il cuore ricolmo di gioia, per celebrare con voi l’Eucaristia nell’anniversario della Lacrimazione. Ringrazio il carissimo arcivescovo mons. Francesco Lomanto, il rettore del Santuario, tutti i vescovi, i sacerdoti e i religiosi presenti. Saluto con affetto i malati, i sofferenti e il popolo santo di Dio che è in Siracusa, antica città, conosciuta in tutto il mondo per la sua bellezza, la sua storia e la sua fede.

Un cordiale ossequio porgo alle autorità presenti. «Il Signore ha fatto grandi cose per noi, eravamo pieni di gioia» (Salmo 125). Le parole del Salmo bene esprimono il nostro convenire stasera al Santuario della Madonna delle Lacrime. Il Signore ha fatto grandi cose per noi; cose che vanno addirittura al di là dell’umana comprensione. Esse testimoniano la Sua vicinanza, e infondono gioia e speranza nel cuore di chi in Lui confida.

Portando nel cuore questo senso profondo di meraviglia e gratitudine, facciamo memoria della singolare pietà della Santa Vergine che, attraverso «l’arcano linguaggio delle sue lacrime», ha voluto manifestarsi, 69 anni fa, madre e compagna di viaggio di noi pellegrini in un mondo che non riesce più a cogliere i segni del sacro e difficilmente si commuove dinanzi all’amore di Dio.

Cari fratelli e sorelle, ci ritroviamo stasera in questo grande santuario, dopo un lungo tempo di chiusura totale di ogni attività sociale, anche religiosa, dovuta alla drammatica situazione causata dalla pandemia da Covid-19. Quante lacrime versate in tutto il mondo! Con centinaia di migliaia di morti dovuti a questa immensa tragedia. E, come se non bastasse, in questi mesi si è scatenata una nuova, terribile, guerra in Europa.

Anche oggi, sono centinaia di morti in Ucraina, mentre donne e bambini sono costretti alla fuga, alla povertà e alla fame. Sostenuti dalla forza della fede, uniamo stasera, alle lacrime di Maria, quelle degli uomini e delle donne di tutto il mondo, che in questi anni tremendi hanno irrorato la terra. Le lacrime della Vergine, possiamo dire, sintetizzano quelle del mondo intero, e lasciano trasparire in modo forse più evidente ma altrettanto dignitoso il pianto di Gesù, che intensamente ha voluto partecipare alle vicende umane, specie le più dolorose.

Tutta la storia della salvezza esprime l’amore intenso del Padre, che nell’incarnazione del Figlio attraverso una donna va alla ricerca delle sue creature e di esse si prende cura. Dio, in Cristo Gesù, ha manifestato nella maniera più concreta l’amore per il genere umano, per ogni uomo. Si è chinato sulle piaghe dolenti dell’umanità per curarle con il balsamo dell’amore e della misericordia. Ha pianto sulla tomba dell’amico Lazzaro; ha pianto per Gerusalemme, vedendo che la durezza del suo cuore l’avrebbe condotta a rovina.

La Sacra Scrittura ci presenta Maria sempre unita al figlio. La sua gioia è quella di Gesù, le sue lacrime sono quelle del Figlio. Questa considerazione, già fatta dagli esegeti in passato, si lega bene al tema di quest’anno, preso dalle parole di Papa Francesco e consegnato alla Chiesa di Siracusa e a tutti i pellegrini che qui vengono a pregare: «Le lacrime di Maria sono un riflesso delle lacrime di Gesù». Questo ci porta a parlare del pianto non solo come reazione istintiva e immediata, ma soprattutto come “riflesso” sgorgato dalla meditazione e dalla contemplazione. Sin dal concepimento e dall’infanzia del Figlio, Maria è segnata da un disegno che si rivelava man mano e comporta un impegno sempre più arduo anche per una mamma. Reagisce cautamente e conserva gli eventi straordinari nel suo cuore materno. Le lacrime implicano una graduale comprensione di quanto Dio stava operando nella sua vita e in quella del Figlio, fino alla morte e alla resurrezione.

La Madonna qui venerata ci propone un modello di riflessione, partendo proprio dalla nascita di Gesù. Come la vita, anche le lacrime sono un dono. Se il pianto del bambino saluta l’ingresso nella vita, la madre si commuove per aver generato un figlio; il suo è il pianto dell’amore che si dona e porta frutto. La meditazione di Maria continua sulle parole di Simeone, che vede la salvezza nel volto del Bambino presentato al Tempio e profetizza la spada che le trafiggerà l’anima. Sono lacrime di gioia e di sapienza quelle di colei che lascia andare il Figlio verso Dio e si lascia guidare come discepola da colui che è nato dal suo grembo, come si commuove ogni madre che vede il suo bambino crescere, partire da casa e diventare adulto; Maria, che si rende conto di fare in ciò la volontà di Dio, è il modello di una donna saggia che “piange” con fierezza in virtù della libertà e della responsabilità di non trattenere il figlio per sé, come cosa propria, ma di farlo crescere secondo la volontà di Dio.

A Gerusalemme, Maria vive la trasformazione dello scandalo della croce in cenacolo di preghiera e di vita comunitaria. Il pianto del Calvario fa sgorgare il pentimento nel cuore dei molti presenti alla crocifissione, ma, ancora di più, si trasforma nel dono dello Spirito per Maria e gli apostoli inviati ad annunciare il Vangelo fino ai confini della terra. Non finisce tutto con la croce. Ci sarà un nuovo travolgente Magnificat, la vittoria della Pasqua e della resurrezione. Maria è quella donna saggia che, come dice il Salmo, raccoglie le lacrime del Figlio e le trasforma nel Vangelo che sarà diffuso agli uomini: «Le mie lacrime nell’otre tuo raccogli. Non sono tutte scritte nel tuo libro?» (Salmo 56,9). In quanto Madre della Chiesa, la Vergine ci insegna a riflettere sulle lacrime versate in ogni angolo della terra. Condividere le vicende del nostro tempo vuol dire farsi carico delle tante situazioni di precarietà e di malessere sociale fortemente presenti oggi nel nostro Paese e in particolar modo in questa cara terra di Sicilia. Penso alle famiglie in difficoltà economica in tutta Italia, ai giovani senza lavoro, agli anziani soli, agli operai licenziati, alle imprese che falliscono, agli immigrati che sbarcano esausti su queste coste in cerca di una vita migliore, ai continui aumenti dei costi della vita, insostenibili per la povera gente. Senza solidarietà e partecipazione, non solo emotiva ma anche fattiva, difficilmente riusciremo a risalire la china di questa tormentata stagione di crisi. Farsi prossimo, sporcarsi le mani con chi è nel bisogno è il richiamo che ci proviene dalle lacrime della Beata Vergine. Il dolore e le speranze di ogni epoca le conosce solo Dio, nel quale riponiamo la nostra fiducia. Egli solo potrà asciugare le lacrime dell’umanità intera, in quel giorno ultimo e santissimo, quando finalmente «consolerà il suo popolo» e «dimorerà tra di noi e sarà il “Dio con noi”, e tergerà ogni lacrima dai nostri occhi: non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate» (cfr. Ap 21,1-5). E Dio sarà tutto in tutti.

La Vergine Santa ci sostenga e ci aiuti ad essere vigilanti per non arrivare impreparati all’incontro con il Signore. Amen

+Gualtiero Bassetti

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