Titolo della  settimana: Soldato Blu di Ralph Nelson,  1970.

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura. Sotto una luna morta dormivano senza paura” con queste parole Fabrizio De Andrè raccontava, attraverso gli occhi di un bambino indiano il brutale massacro avvenuto a Sand Creek il 29 novembre 1864, quando un accampamento con più di 600 unità tra Cheyennes e Araphao, in larga maggioranza donne, vecchi e bambini fu raso al suolo dal 3 reggimento volontari del Colorado,  guidati dal Col. John Chivington, in realtà composto da uomini della peggior specie, ubriaconi e mercenari, reclutati col solo intento di sterminare più indiani possibile. Da un romanzo di Theodore V. Olsen, Ralph Nelson ci regala Soldato blu. Storia del soldato Honus e di Katy, donna bianca vissuta a lungo con i Cheyennes e moglie del capo Lupo Pezzato, unici superstiti di un convoglio militare attaccato dagli indiani. Inizia così un lungo viaggio, attraverso un territorio ostile, verso il forte più vicino. Durante la marcia di avvicinamento i due ,nonostante idee completamente opposte sulle guerre indiane, impareranno a conoscersi e forse amarsi e a scoprire una realtà ben diversa da quel che sembra, tra Kiowas bellicosi e un viscido mercante d’armi, incontri che faranno vacillare le convinzioni del giovane Honus , che comincia a comprendere che la guerra non definisce vincitori e vinti, ma soltanto dolore e sofferenza,  con un originale ribaltamento dei ruoli,  tra Caty, donna coriacea e temprata dalla vita e il soldato blu, come lo chiamerà la donna per buona parte del film, ancora acerbo e sensibile alla violenza,  tutto l’opposto del maschio eroe senza paura canonico, presente nella mitologia western classica, è questa la novità geniale della pellicola, ma siamo negli anni in cui, come abbiamo già visto, il vento spira all’incontrario. Nelson riesce a gestire questo dualismo alternando avventura e commedia, ma non può sottrarsi alla storia e a uno dei finali più cruenti , che in un anno come il 1970, fece pensare inevitabilmente al Vietnam, cosa rafforzata dalla didascalia finale che chiude la pellicola e che non fece altro che sollevare ancor di più polveroni e polemiche,  con i conservatori sul piede di guerra per le allusioni esplicite alla strage di My Ly in Vietnam , compiuta da un plotone dell’esercito americano ai danni di un villaggio vietnamita per rappresaglia . Ottime le interpretazioni di Peter Strauss-soldato blu e Candice Bergen bella, brava e vera forza trainante del film, lascia il segno anche Donald Pleasance il trafficante d’armi. Montaggio, tema musicale e eccezionale fotografia “sporca” ci fanno respirare l’aria pesante di questo splendido western.

Nel 1970 oltre a Soldato blu arrivano nelle sale Il piccolo grande uomo di Arthur Penn e Un uomo chiamato cavallo di Elliott Silverstein, a queste tre pellicole deve tanto il Balla coi lupi di Kevin Costner, che ha raccolto quello che altri avevano seminato. E per smentire,  una volta per tutte,  la leggenda che il revisionismo sui nativi sia arrivato solamente dal 1970, vi invito a ripescare grandi western come L’amante indiana, Il passo del diavolo ambedue del 1950 o Il massacro di fort Apache di John Ford 1947 che già affrontavano il tema dello sterminio e dello sfruttamento delle popolazioni indigene, e sempre lo stesso Ford in Sentieri selvaggi,  in una scena, ci mostra il massacro di Sand Creek già avvenuto. Quello stesso Ford che nel 1939 girando Ombre rosse in Arizona nelle terre dei Navajos,  li aiutò di tasca propria con viveri, coperte e medicine , quasi a volersi scusare di fronte alla storia. Ciò comunque nulla toglie agli anni 70 ,anni storici per il genere ,che produsse anche Corvo Rosso, già recensito,  e Nessuna pietà per Ulzana. Tornando al film odierno, a Stoccolma il film rimase in programmazione per 30 settimane consecutive, in quel periodo la capitale scandinava era la meta preferita dei disertori americani che fuggivano dal Vietnam. L’attacco a Sand Creek venne giudicato dalla stampa americana come un trionfo su un valoroso avversario, ma nelle settimane successive il dubbio , poi accertato che si fosse trattato di un  vero e proprio eccidio divenne certezza.

Nonostante numerose inchieste e testimonianze i responsabili non furono mai perseguiti . Ora i bambini dormono a Sand Creek. Un grande film per non dimenticare. Buona visione

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