Il 27 settembre è stata celebrata la giornata mondiale del turismo. La celebrazione ha avuto lo scopo di “favorire l’inclusione, tutelare la natura e promuovere la comprensione culturale”. Così si è espresso Antonio Guterres, segretario generale dell’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite, ndr).

Il messaggio è chiaro. Lo sviluppo sostenibile è al centro del movimento dei turisti e non solo. L’evoluzione socioeconomica e culturale delle comunità determina in modo preponderante gli spostamenti e influisce sulle tendenze dei viaggiatori.

Proprio per questo la parola chiave è sostenibilità. La tutela del territorio richiede azioni sinergiche per dare risultati impattanti sull’ambiente. Il cambio di rotta coinvolge tutti i settori e le attività, quella turistica, in particolare, che deve seguire i principi di equità e di trasformazione sociale, nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori e della loro dignità.

La logica dello sfruttamento turistico deve essere bandita. Puntare sulla qualità è determinante per il territorio e per coloro che vi risiedono.

Le attività turistiche di governi, imprese e consumatori devono essere conformi con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e con la Mission 1.5, secondo l’UNDP (il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, ndr). La campagna ha lo scopo di colmare il divario esistente tra la popolazione mondiale e i relativi governi riguardo l’azione per il clima, in particolare per il riscaldamento globale, preservando il pianeta per le generazioni future.

Un passo importante è rappresentato dalla Conferenza ONU sugli Oceani di quest’anno, in cui la comunità globale e il settore turistico si sono impegnati ad elaborare un accordo giuridicamente vincolante sull’inquinamento da plastica entro il 2024.

“Un turismo pulito e sostenibile – sottolinea il segretario generale – riduce i consumi energetici e tutela la biodiversità.

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